La deportazione degli ebrei olandesi
Occupazione e rastrellamenti

L’esercito tedesco invase il paese il 10 maggio 1940; a differenza di quanto era accaduto in Danimarca e in Belgio, i cui sovrani rimasero a guida dei loro paesi occupati dai nazisti, la regina olandese Guglielmina andò in esilio a Londra, insieme al governo. L’Olanda fu dunque amministrata dalla burocrazia ministeriale, che collaborò attivamente con le autorità naziste, guidate da Arthur Seyss-Inquart. La discriminazione degli ebrei olandesi iniziò nell’ottobre 1940, con il divieto della macellazione rituale, l’espulsione dei dipendenti non ariani dagli uffici pubblici, la confisca degli apparecchi radiofonici e il divieto di ingresso negli alberghi e nei ristoranti. Nel gennaio 1941, tutti gli ebrei furono accuratamente censiti e schedati; nell’aprile 1942, infine, venne imposto il contrassegno sugli abiti.
Le deportazioni sistematiche iniziarono nell’estate del 1942; prima di quella data, si ebbero tuttavia sporadici rastrellamenti di alcune centinaia di ebrei, inviati a Mauthausen (e lì, poi, uccisi in modo selvaggio e brutale). La partenza dei primi treni venne fissata per il 14 luglio 1942; tre giorni dopo, il 17 luglio, giunsero ad Auschwitz circa 2000 ebrei, 449 dei quali furono subito eliminati.
Il campo di Westerbork
Dall’Olanda, in totale, i nazisti riuscirono a deportare verso Est circa 107 000 ebrei; i superstiti furono appena 5450. In un primo tempo, servendosi del censimento e della schedatura del gennaio 1941, i tedeschi convocavano quanti erano stati scelti per la deportazione, sperando che le persone si presentassero spontaneamente; in un secondo tempo, procedettero a sistematici rastrellamenti nei vari quartieri. Prima della partenza per l’Est, coloro che erano destinati alla deportazione venivano temporaneamente concentrati nel campo di transito di Westerbork, nell’Olanda orientale.
Nella primavera 1943, i tedeschi portarono l’affondo finale: nel corso dei rastrellamenti del 26 maggio e del 20 giugno, furono catturate rispettivamente 3000 e 5700 persone. Infine, il 29 settembre (capodanno ebraico) furono arrestati gli ultimi 10 000 ebrei, compreso il Consiglio ebraico. Si trattò dell’ultimo grande rastrellamento; nell’ultimo anno di guerra, sarebbero stati arrestati solo famiglie singoli o individui, scovati in nascondigli o rifugiatisi presso olandesi disposti a proteggerli.