La deportazione degli ebrei Greci
La divisione della Grecia

Molti ebrei greci, per sfuggire ai tedeschi, si recarono nella capitale e nella zona d’occupazione italiana; poiché il nostro esercito, fino al collasso dell’8 settembre del 1943, si rifiutò di consegnare ai nazisti questi rifugiati, Atene e gli altri territori controllati dagli italiani furono un prezioso rifugio, sia pur precario e provvisorio, per circa 5000 ebrei fuggiti dal nord della Grecia, dalla Sebia e dalla Croazia, ove il movimento fascista degli ustascia uccise circa 30 000 ebrei, 28 000 zingari e 300-600 000 serbi.
La determinazione italiana a proteggere gli ebrei non nasceva da spirito umanitario, ma da ragioni politiche. Impedire la cattura e la deportazione di coloro che si erano rifugiati nella zona controllata dagli italiani era un modo per ribadire la propria autonomia, rispetto ai tedeschi. Dopo l’insuccesso militare e la trasformazione di fatto in un satellite del Terzo Reich, l’Italia cercava di farsi rispettare non tollerando ingerenze poliziesche all’interno dei territori che (sulla carta) erano di sua esclusiva competenza.
Le deportazioni dalla zona italiana
Dopo l’8 settembre 1943, i nazisti iniziarono a catturare e deportare gli ebrei anche dal sud della Grecia. I principali responsabili di questa azione furono Dieter Wisliceny, stretto collaboratore di Eichmann, e Jürgen Stroop, il comandante SS che aveva soppresso il ghetto di Varsavia. Nell’aprile 1944, 5200 ebrei furono spediti, con diversi convogli, da Atene ad Auschwitz; durante l’estate, la deportazione si estese fino a comprendere i 1800 ebrei di Rodi e i 1700 di Corfù.
Nella Grecia meridionale, tuttavia, i tedeschi incontrarono ostacoli di vario tipo. L’arcivescovo ortodosso di Atene, Damaskinos, protestò con decisione presso il primo ministro greco e indirizzò una ferma lettera di protesta al plenipotenziario tedesco Günther von Altenburg. Inoltre, anche le associazioni professionali e imprenditoriali di Atene fecero udire la loro voce. In questo contesto bendisposto nei loro confronti, a numerosi ebrei di Atene, che parlavano molto bene il greco, fu abbastanza facile nascondersi o trovare protezione.
Comprendendo anche Salonicco, le cifre della Shoah in Grecia sono impressionanti e riassumibili nel modo seguente:
Situazione nel 1940 | Numero di deportati | Situazione nel 1947 | Situazione nel 1959
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79 950 | 62 573 | 10 371 | 5 260 |
E. Benbassa – A. Rodrigue, Storia degli ebrei sefarditi. Da Toledo a Salonicco, Torino, Einaudi, 2004, p. 282