L'approccio tradizionale

Nell’importante raccolta di documenti che pubblicò in Germania nel 1957, lo storico tedesco Walther Hofer recepì e contribuì a diffondere l’informazione secondo cui i morti di Auschwitz erano “da tre a quattro milioni”. Tuttavia, si noti la sensibilità con cui Hofer tratta il problema, invitando a non dimenticare che dietro i numeri stanno gli individui, le persone: uomini e donne reali, che hanno sofferto e sono stati uccisi.

Da ogni parte furono inviati degli ebrei ad Auschwitz, dall’Olanda, dal Belgio, dalla Francia, dalla Norvegia, dall’Ungheria e dai paesi del sud Europa, persino dall’Italia. Furono così eliminati ad Auschwitz da tre a quattro milioni di uomini, ma questa cifra, come altre concernenti lo sterminio, è ben difficile da calcolare nei suoi dettagli.

Per il giudizio storico e morale di questo delitto senza limiti non è importante sapere la cifra totale degli ebrei eliminati. Questi avvenimenti sorpassano tanto ogni forza umana d’immaginazione, dietro queste cifre scarne si nasconde una tale quantità di dolori e di sofferenze, di paura e di disperazione che ogni frase sarebbe inadeguata ad esprimere l’inesprimibile. L’uomo non è in grado di capire intimamente la sofferenza di un altro uomo, di uno soltanto, che dire poi quando si tratta della sofferenza di milioni di uomini? Se trascuriamo la sorte dell’individuo incorriamo rapidamente sotto le dure leggi dei numeri e la vita si riduce allora ad un calcolo statistico.

W. Hofer, Il Nazionalsocialismo. Documenti 1933-1945, Milano, Feltrinelli, 1979, p. 235. Traduzione di S. Bologna

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