Approfondimenti

L'approccio tradizionale
Nell’importante raccolta di documenti che pubblicò in Germania nel 1957, lo storico tedesco Walther Hofer recepì e contribuì a diffondere l’informazione secondo cui i morti di Auschwitz erano “da tre a quattro milioni”. Tuttavia, si noti la sensibilità con cui Hofer tratta il problema, invitando a non dimenticare che dietro i numeri stanno gli individui, le persone: uomini e donne reali, che hanno sofferto e sono stati uccisi.
Le cifre proposte da Piper
Franciszek Piper, ricercatore del Museo Statale di Auschwitz Birkenau, si assunse il pionieristico compito di andare contro corrente e ridimensionare (senza alcun intento ideologico) l’esagerata cifra di 4 000 000 di vittime, che fino al 1990 era stata ufficialmente proposta per i lager di Auschwitz. In linea di massima, i prigionieri non registrati furono uccisi immediatamente, subito dopo il loro arrivo ad Auschwitz (gli ebrei erano inviati nelle camere a gas, i polacchi e i sovietici erano fucilati).
Le stime di Jean-Claude Pressac
Il principale argomento di Pressac riguarda il numero dei convogli degli ebrei ungheresi; a suo giudizio, arrivarono ad Auschwitz solo 53 treni, per un totale approssimativo di circa 160 000 deportati (3000 a convoglio), e non tutti i 438 000 ebrei deportati dall’Ungheria. Inoltre, dobbiamo tener conto – sempre secondo Pressac – del fatto che non tutti furono inviati alle camere a gas: 80 000 circa furono dichiarati abili al lavoro, e quindi registrati (ovvero iscritti).
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Auschwitz, 1943. Il Crematorio III, in via di costruzione.

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