Dal Difensore civico una soluzione nel 75% dei casi

25.02.2015

Dal Difensore civico una soluzione nel 75% dei casi

Avendo la commissione Parità e diritti allargato le proprie competenze al rapporto con gli istituti di garanzia, di cui è diventata la commissione referente, oggi ha visto l’audizione di Gianluca GardiniDifensore civico regionale, introdotto dalla presidente Roberta Mori.

Gardini ha rappresentato alla commissione le potenzialità dell’istituto – innanzitutto per la gratuità della difesa civica a tutela dei cittadini nei confronti della Pubblica amministrazione - e la mole della sua attività: alle 7-800 domande che l’ufficio riceveva fino al 2013, corrispondono le circa 500 protocollate nel 2014, ma per il 2015 è previsto un significativo incremento, in seguito alla stipula di una convenzione con il Comune di Bologna.

A differenza di tutti i Paesi della Ue, manca in Italia un Difensore civico nazionale e la Legge finanziaria del 2010 ha eliminato i Difensori civici comunali; al fine di legittimare l’azione del Difensore civico regionale, sembra opportuno sviluppare lo strumento delle convenzioni con i Comuni e le Unioni dei Comuni (sottoscritta quella con Mirandola, presto ne saranno sottoscritte altre con Carpi e varie realtà territoriali).
Sono quattro le principali aree di intervento: tasse e tributiservizi pubblici localiaccesso agli atti amministrativisanità. Oltre ad alleggerire il lavoro delle Procure e dei Tribunali, l’intervento del Difensore civico – che agisce con la moral suasion, non avendo alcun potere coercitivo - sta ottenendo un’ottima percentuale di soluzioni extragiudiziali: nel 75% dei casi, la Pubblica amministrazione coinvolta si mostra ricettiva. Non sempre gli atti contro cui si interviene sono palesemente illegittimi; a volte, si tratta di atti che l’ufficio del Difensore civico regionale considera inopportuni: per esempio, se un Comune comunica la possibilità di effettuare il pagamento di una multa in forma ridotta entro 5 giorni, non può far scattare il pagamento intero solo perché il cittadino utilizza il bonifico bancario, che ha suoi tempi di accreditamento.

Nel dibattito in commissione sono intervenuti i consiglieri Enrico Aimi (Fi), Barbara Lori, Antonio Mumolo, Giorgio Pruccoli e Silvia Prodi (Pd), Gabriele Dalmonte (Ln). Al Difensore civico regionale è stato chiesto cosa può fare la Regione per incentivare le convenzioni con il suo ufficio, come far conoscere meglio la casistica dei procedimenti risolti positivamente, il patrimonio di “buone pratiche” che si è consolidato, se ci sia l’intenzione di intervenire quando emergono palesi mancanze dei gestori nella fornitura di servizi pubblici essenziali. La presidente Mori ha proposto ai commissari di lavorare su una risoluzione della commissione che spinga verso la piena conoscenza e la valorizzazione di ciò che possono offrire agli Enti locali gli istituti di garanzia (Difensore civico, Corecom, Garante dei detenuti e Garante dei minori), per l’alto grado di specializzazione su cui si stanno attestando. "Non si tratta di procedere verso un nuovo centralismo regionale- ha aggiunto Mori- ma di mettere a disposizione degli Enti locali strumenti in grado di rafforzare la loro attività amministrativa, correggerla e farla aderire alle esigenze dei cittadini, in un processo virtuoso di rilegittimazione". Soggetti da coinvolgere ai fini della definizione di questo documento di indirizzo saranno in prima battuta il Cal (Consiglio delle Autonomie locali) e poi l’Anci (l’Associazione dei Comuni).