Privacy contro trasparenza

03.02.2015

Privacy contro trasparenza

Ora che “il legislatore nazionale ha fissato la prevalenza, una volta per tutte e per tutte le pubbliche amministrazioni, del valore ‘trasparenza’ sul valore ‘riservatezza’” è importante che gli esperti più autorevoli in materia trovino il modo di “individuare un centro di gravità permanente, o quantomeno certo, tra privacy e trasparenza, che vada oltre le regole emergenziali e la congiuntura storica”. A fare un primo tentativo in questa direzione è Gianluca Gardini, Difensore civico della Regione Emilia-Romagna, che ha organizzato oggi nella Terza torre del Fiera district, a Bologna, il convegno “Trasparenza vs Privacy. Due diritti compatibili?” per proporre una riflessione sulle conseguenze del decreto legislativo 33 del 2013, più comunemente conosciuto come decreto Trasparenza.

Il Difensore civico ha aperto il dibattito, a cui hanno poi partecipato professori universitari, come Mario Savino dell’Università della Tuscia, Enrico Carloni dell’Università di Perugia e Augusto Barbera dell’Alma Mater Studiorum di Bologna, e addetti ai lavori come Francesco Merloni, componente dell’Autorità nazionale anticorruzione, e Licia Califano, della Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

Il fine del decreto Trasparenza, avverte Gardini, “è un efficace controllo sull'uso del potere e delle risorse pubbliche, e si tratta di una scelta politica come tante altre, sindacabile solo sul piano politico, non sul piano della legittimità”. Però, ammette il Difensore civico regionale, “è difficile comprendere, invece, come questa prevalenza ex lege possa poi essere conciliata, se non a prezzo di un’evidente contraddizione logica, con ‘il rispetto dei principi sul trattamento dei dati personali’, fissato dal medesimo decreto”.

A introdurre i lavori, in rappresentanza dell’Assemblea legislativa, la vicepresidente Ottavia Soncini, che ha ricordato come “obiettivo di questo incontro è fare sì che due diritti, trasparenza e privacy, che sono potenzialmente in conflitto tra di loro, siano interpretati e resi percorribili da parte dei cittadini in modo che si rafforzino vicendevolmente, invece che ostacolarsi”. In particolare poi, ha continuato Soncini, “è importante fornire ulteriori strumenti di comprensione ai tanti dipendenti della pubblica amministrazione, a partire dalla Regione, che si trovano a dover applicare e rendere quindi concrete le norme legate a questi diritti”.