Meno minori stranieri soli in regione, così nelle province. Garavini lancia nuova fase dei tutori volontari

19.06.2019

Meno minori stranieri soli in regione, così nelle province. Garavini lancia nuova fase dei tutori volontari

Calano in Emilia-Romagna i minori stranieri soli. Lo ha reso noto- durante un’audizione in commissione Parità (presieduta da Roberta Mori)– la Garante regionale dell’Infanzia Maria Clede Garavini. L’autorità dell’Assemblea legislativa ha fornito ai consiglieri i numeri del fenomeno: dopo anni di incremento (i minori in in Emilia-Romagna erano 1.081 alla fine del 2016), oggi la tendenza si è invertita: al 31 dicembre del 2018 i minori stranieri non accompagnati in regione erano 792. E il numero è in costante diminuzione considerando chealla fine dello scorso aprile quelli ancora presenti in Emilia-Romagna erano 642Sono distribuiti in tutte le province (dato fine 2018): 307 sono a Bologna, 121 a Modena, 104 a Ravenna, 66 a Rimini, 47 a Forlì-Cesena, 43 a Piacenza, 38 a Parma, 37 a Reggio Emilia e 29 a Ferrara.

Garavini ha anche lanciato una nuova proposta sull’impiego dei tutori volontari, gli adulti- formati all’uopo- che si occupano dei ragazzini (anche da un punto di vista burocratico) fino al compimento della maggiore età. Per la Garante dovrebbero estendere la propria azione verso tutti i ragazzi e i bambini per cui è stata aperta una posizione di tutela. Non solo quelli stranieri e soli dunque. Il report dell’attività 2018 parla anche dell’aumento dei candidati al ruolo di tutori volontari, “una risorsa e uno stimolo per le reti istituzionali”, e di una sostanziale linearità tra il numero di segnalazioni arrivate all’ufficio del Garante nel 2018, 166, rispetto a quelle del 2017, 161.

“Un 2018 di lavoro positivo- ha rimarcato a margine Garavini- sia per l’impegno profuso come istituto di garanzia e sia per le collaborazioni instaurate. Permangono comunque delle fragilità: quella delle risorse economiche a disposizione e quelle riguardanti la gestione, la messa in rete e la comunicazione con l’intero sistema di tutela del minore”.

I minori stranieri non accompagnati. “Nonostante questa diminuzione- ha commentato la Garante- l’Emilia-Romagna continua a essere la terza regione, dopo Sicilia e Lombardia, per numero di minori stranieri non accompagnati presenti”.

Sono in prevalenza maschi (il 93%) e per l’86% hanno tra i 16 (25%, 193) e i 17 anni (61%, 486). Hanno 15 anni 66 di loro (8%) e sono ancora meno gli under 14: 46 il 6%. Solo uno di loro ha meno di 6 anni. Vengono in prevalenza dall’Albania (44%, 347) ma anche dal Pakistan (8%, 63), dal Marocco (7,5%, 59), dal Gambia (7,3%, 58), dalla Tunisia (5,6% 44), dalla Nigeria (4,2% 33), dalla Costa d’Avorio (4%, 32), dalla Guinea (3,4%, 27), dall’Egitto (22, 2,8%) e dal Senegal (20, 2,5%).

I tutori volontari. Ragazzi che vengono seguiti anche da quelli che sono stati ribattezzati ‘tutori volontari’. Le domande per candidarsi sono arrivate anche nel 2018, 151, portando a 370 il numero complessivo degli aspiranti tutori. Tra gli ambiti provinciali che hanno incrementato il loro numero ci sono Parma e Rimini, che hanno più che raddoppiato il numero di domande. Anche per il 2018 il maggior numero di domande è arrivato da Bologna (55), seguita da Parma (25), Modena e Rimini (17), Ferrara (12), Ravenna e Reggio Emilia (8), Forlì-Cesena (6) e Piacenza (3).

Il 29,1% dei tutori ha oltre 56 anni, il 27,8% hanno tra i 46 e i 55 anni, stessa percentuale di quelli tra i 36 e i 45 anni e infine il 15,2% hanno tra i 25 e i 35 anni. “Siamo molto orgogliosi di loro”, ha commentato Garavini. “I tutori- ha proseguito- sono una grande risorsa. Rappresentano la solidarietà,  le capacità e le competenze dei cittadini. Dobbiamo collaborare per farli diventare tutori di tutti i minori. Questo richiede un cambio di cultura dei servizi che deve passare dal portare avanti la tutela che arriva dalle istituzioni a quella che arriva direttamente dai cittadini”.

Le segnalazioni alla Garante nel 2018. Oltre al lavoro sui minori e sui tutori, nel 2018 all’ufficio di viale Aldo Moro della Garante dei minori sono arrivate 166 segnalazioni. Tutte si riferiscono alla presunta violazione o al rischio di una prossima violazione dei diritti e degli interessi, sia individuali che collettivi, dei minori. Le tipologie di segnalazioni sono per la maggior parte, il 44%, di tipo socio assistenziali e rapporto con i servizi sociali, seguite da quelle che riguardano violenza e abusi (il 12,7%, 21). Da Bologna sono arrivate 72 segnalazioni, 18 da Parma e Reggio Emilia, 13 da Ferrara, 12 da Modena, 8 da Forlì-Cesena, 7 da Rimini e Piacenza, 5 da Ravenna e infine 6 da fuori regione.

Il futuro. Diversi i progetti per il 2019: il consolidamento e l’ampliamento del sistema di tutela volontaria dei minori, la diffusione della conoscenza delle strutture di accoglienza, la creazione, “per onorare i 30 anni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, di una rete di ascolto per i minori, la collaborazione con il Corecom per stilare un’indagine sul cyberbullismo e infine, grazie ad un accordo con Anci, la creazione di un osservatorio diffuso sulla povertà minorile.

Il dibattito. Apprezzamento per il lavoro portato avanti lo scorso anno dalla Garante dei minori da parte di Francesca Marchetti Antonio Mumolo del Partito democratico: “Quello che è stato fatto per i minori stranieri non accompagnati- ha sottolineato la democratica- è un ottimo esempio di come le comunità e i singoli cittadini possano attivarsi ed essere partecipi”. Ma per la democratica bisogna invertire la tendenza che vede le richieste per diventare tutori volontari “concentrate soprattutto a Bologna: sarà quindi necessario un lavoro specifico per promuovere le iniziative nelle altre province”. Marchetti ha poi messo l’accento su due temi cari anche al Garante nazionale: la diminuzione dell’età in cui i ragazzi iniziano ad assumere sostanze stupefacenti e alcolici e il diritto al gioco per i ragazzi disabili visto che, all’infuori dell’agonismo, non sembrano esserci spazi e contesti adeguati. Le richieste di Mumolo si sono concentrate sul ‘dopo’, ovvero su quello che succede ai ragazzi non accompagnati una volta raggiunta la maggiore età, e sugli effetti del decreto sicurezza sull’attività del Garante.

Sul tema delle dipendenze, Garavini ha confermato a Marchetti come l’Emilia-Romagna venga considerata dal Garante nazionale “una situazione privilegiata per via dei programmi e delle iniziative esistenti”.

Sul ‘dopo’ per gli stranieri non accompagnati diventati maggiorenni “c’è molto da lavorare- ha affermato Garavini- è un punto di fragilità del sistema e per risolverlo serve cambiare il modo di pensare, anche all’interno dei servizi”, mentre sul decreto sicurezza “siamo tutti allertati”.

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