Diritti. Garavini: circoncisione su 24 per cento dei figli di stranieri, rischio di “interventi casalinghi”

04.06.2019

Diritti. Garavini: circoncisione su 24 per cento dei figli di stranieri, rischio di “interventi casalinghi”

La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Maria Garavini, è intervenuta nella mattina di ieri al seminario “La salute del migrante e la circoncisione rituale maschile” all’istituto Veritatis Splendor a Bologna. Il seminario, rivolto a medici, infermieri e altre professioni sanitarie, a assistenti sociali, mediatori e a tutti coloro che sono impegnati nei percorsi di aiuto e di cura, è stato organizzato all’interno del master promosso dalla fondazione Idente di studi e di ricerca, dalla Caritas di Roma e dal Rielo institute for integral development.

La Garante ha aperto il suo intervento tracciando un identikit dei minori stranieri in Italia: minori temporaneamente accolti nel territorio dello Stato nell’ambito di programmi solidaristici di accoglienza; minori accompagnati, ovvero affidati con provvedimento formale a parenti entro il terzo grado regolarmente soggiornanti; minori non accompagnati, in assenza dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili della loro assistenza o rappresentanza. “Tre status diversi - ha spiegato Garavini - ma con un unico comune denominatore: ai bambini e agli adolescenti stranieri che entrano in Italia, anche se in modo illegale, sono riconosciuti tutti i diritti garantiti dalla convenzione Onu, la quale afferma, tra i suoi principi, che in tutte le decisioni deve essere considerato prioritariamente il ‘superiore interesse’ del ragazzo”.

Razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, origine nazionale, etnica o sociale, situazione finanziaria, incapacità: nessuno di questi fattori può essere usato per discriminare i minori di età presenti sul nostro territorio.

Tra i diritti di cui i minori sono titolari rientra anche quello all’assistenza sanitaria, di assoluta importanza quando si parla di una pratica come quella della circoncisione rituale maschile. Si tratta di una pratica eseguita prevalentemente dalle comunità ebraica e islamica per motivi religiosi e culturali. I dati dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio ci dicono che nel 2017 è stata eseguita su oltre il 24 per cento dei bambini con entrambi i genitori stranieri. Una realtà in aumento per la quale va scongiurato il rischio di “interventi casalinghi”. “È in questa direzione che sta andando la Regione Emilia-Romagna - ha sottolineato la Garante - con la predisposizione di una nota per sollecitare le Ausl a individuare nei propri territori una o più strutture sanitarie che possano eseguire la circoncisione rituale a prezzi calmierati”. Dello stesso spirito, ha aggiunto infine Garavini, “l’Autorità nazionale garante per l’infanzia e l’adolescenza che è intervenuta con una nota di raccomandazione al ministro della Salute proponendo che la circoncisione rituale sia effettuata in strutture sanitarie, secondo le buone norme della chirurgia e a costi uniformi e accessibili su tutto il territorio, come già raccomandato dal Consiglio d’Europa”.

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