Dalla Riforma alle riforme
02.11.2015
Con la giornata di studio di venerdì 6 novembre 2015 “La riforma carceraria quarant’anni dopo” si è concluso il percorso di riflessione organizzato dall’associazione Franco Bricola, con il patrocinio dell’Alma Mater studiorum Università di Bologna – Scuola di Giurisprudenzae dipartimento di Scienze giuridiche – e dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna – Garante regionale dei detenuti – nella ricorrenza dei quarant’anni dall’introduzione dell’ordinamento penitenziario e nel ricordo di Massimo Pavarini che ne è stato riconosciuto studioso.
Dopo il saluto di Nicola Mazzacuva (Università di Bologna, Camera penale di Bologna) e l’introduzione di Luigi Stortoni (Università di Bologna), la sessione del mattino ha preso le mosse dalla prima relazione, svolta da Dario Melossi (Università di Bologna), che ha delineato il contesto storico e culturale della riforma penitenziaria italiana, ripercorrendo il dibattito scaturito dalla pubblicazione di “Carcere e fabbrica” che scrisse insieme a Massimo Pavarini, con un’analisi incentrata sul concetto di disciplina, sui rapporti tra strutture sociali e istituzioni penali, sino al tema della trasformazione dell’illegalità in criminalità, secondo una logica di produzione e riproduzione dell’ordine sociale. L’intervento di Davide Bertaccini (Università di Bologna, Ufficio Garante detenuti della Regione Emilia-Romagna) si è occupato di richiamare i principali provvedimenti che hanno segnato l’evoluzione della disciplina penitenziaria, sullo sfondo dei fenomeni sociali che nel tempo ne sono stati alla base. La relazione di Zelia Gallo (King’s College, London), che ha sviluppato un discorso di sociologia politica della penalità, si è intrattenuta sull’oscillazione tra moderazione e inflazione della penalizzazione, indagandone le strategie e gli strumenti utilizzati dalla politica e dalle amministrazioni coinvolte. L’ultimo intervento della mattinata, tenuto da Alessandro Gamberini (Università di Bologna), ha ragionato sul nesso tra garanzie del sistema penale e centralità della pena detentiva, secondo un approccio sostanzialistico alla questione della penalità, legando l’affacciarsi del fenomeno migratorio alla deriva della democrazia d’opinione e al problema dell’aggiramento delle garanzie penalistiche mediante i sistemi e i meccanismi di detenzione amministrativa dei migranti.
La sessione del pomeriggio, sotto la presidenza di Renzo Orlandi (Università di Bologna), si è aperta con l’intervento di Mario Consani (Il Giorno), che ha discusso della questione dell’informazione giudiziaria, sottolineando come il dovere dei giornalisti sia di dare le notizie nel modo più preciso e completo possibile, senza far passare messaggi parziali e strumentali, e illustrando i contenuti della Carta di Milano sulla pena e il carcere. La relazione di Desi Bruno (Garante delle persone private della libertà personale, Regione Emilia-Romagna) si è concentrata sui profondi cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni nell’universo dei detenuti e degli internati del nostro Paese, soffermandosi soprattutto sul tema dell’umanizzazione delle pene, della differenziazione dei circuiti, dell’espansione delle opportunità per soddisfare la dimensione esistenziale delle persone ristrette. L’intervento di Gian Guido Nobili (Responsabile Area sicurezza urbana e legalità, Regione Emilia-Romagna) si è interessato delle politiche locali di nuova prevenzione come strumento per favorire la limitazione del ricorso alle risorse penali, riprendendo le indagini regionali sulle rappresentazioni dei cittadini in tema di pena e sicurezza, le definizioni di sicurezza urbana e di politiche di sicurezza a livello normativo e pattizio, e gli interventi settoriali cofinanziati dall’ente regionale con appositi bandi e accordi di programma. La relazione di Daniele Vicoli (Università di Bologna) ha esaminato il recente progetto di legge delega per la riforma del processo penale e dell’ordinamento penitenziario, evidenziandone l’eccessiva elasticità di diverse previsioni e la problematica presenza di punti contraddittori, specie per aree tematiche interessate da più principi e criteri direttivi. Gli interventi programmati di Bruno Guazzaloca (Foro di Bologna), di Alessia Lauri (Associazione L’altro diritto), di Juan Pablo Santi (Università di Genova) e di Alvise Sbraccia (Università di Bologna) hanno concluso una giornata assai ricca di sguardi e di stimoli al riformismo penitenziario passato e futuro.




