L'Asl promuove il carcere di Ferrara

16.07.2015

L'Asl promuove il carcere di Ferrara

Un giudizio “positivo nel complesso”, perché “non sono stati rilevati profili di sovraffollamento”, “non sono emerse situazioni di rischio per la sicurezza” e perché “le condizioni igieniche e strutturali dei locali e delle attrezzature sono risultate idonee”: arrivano buone notizie per la Casa circondariale di Ferraradopo la visita ispettiva semestrale delll’Ausl locale, come riferisce la Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Desi Bruno.

Come emerge dal verbale dei funzionari, “al momento dell’ispezione erano presenti 314 detenuti, di cui 128 stranieri, a fronte di una capacità ricettiva tollerabile di 467 posti”. I ristretti sono distribuiti su 10 sezioni detentive: collaboratori di giustizia, sezione protetti, due sezioni penali, tre sezioni circondariali, nuovi giunti, semiliberi e alta sicurezza. Due detenuti godono del regime di semilibertà e cinque sono ammessi al lavoro esterno, mentre sono presenti 85 soggetti tossicodipendenti.

Da segnalare, riporta la Garante, come “la manutenzione ordinaria delle aree esterne e degli impianti di riscaldamento ed elettrico viene eseguita da personale interno, non solo personale della Polizia penitenziaria ma anche detenuti”.

Pur in un contesto che non denota particolari criticità, l’Ausl sottolinea comunque alcune carenze, riferisce Bruno: “In alcune parti all'interno dei fabbricati sono presenti infiltrazioni di acqua meteorica dai tetti e dalle pareti esterne”, “alcuni servizi igienici sono vetusti”, “non è ancora perfezionato il piano di sorveglianza per la prevenzione della legionellosi” e in cucina “iniziano ad essere presenti distacchi degli intonaci con il conseguente rischio di caduta sui tavoli di lavorazione degli alimenti”. Cucina che, eccezione fatta per questo problema, passa a pieni voti l’esame: “Sono stati effettuati lavori di manutenzione alla pavimentazione delle celle frigorifere, oltreché della zona lavaggio, che appaiono di facile pulizia e sanificazione- scrive l’Ausl-. Tutto il personale operante in cucina indossava abbigliamento idoneo così come è idonea la modalità di conservazione degli alimenti”.