"Cie luoghi disumani, espulsioni avvengano dal carcere"

03.09.2015

“Comprendo e non sottovaluto la necessità che i provvedimenti amministrativi e giudiziari di espulsione degli stranieri, in particolare quelli condannati in sede penale, vengano eseguiti, come richiesto nei giorni scorsi, fra gli altri, dal pm Valter Giovannini, ma devo ricordare che i Cie dell’Emilia-Romagna, e in particolare quello di Bologna, sono stati chiusi per difetto delle condizioni igienico-sanitarie minime, come accertato dalle competenti autorità sanitarie e per la situazione complessiva di degrado che ha reso le strutture non compatibili con standard minimi di decenza, come ripetutamente accertato anche dal mio Ufficio.

A ciò si aggiunge che una parte significativa delle persone trattenute, e quindi private della libertà personale, a volte al limite della metà delle presenze, non era costituita da persone condannate, ma da persone irregolari e anche da persone che avevano perduto il titolo di soggiorno per disoccupazione o comunque non per avere commesso fatti illeciti”.

La dichiarazione della Garante prosegue così: “La difficoltà, sempre crescente, di affrontare i diversificati fenomeni di immigrazione, impone di trovare modalità di esecuzione delle espulsioni efficaci ma rispettose della dignità delle persone, riducendo al minimo il ricorso al trattenimento, come previsto dalla Direttiva 2008/115/CE. La strada più efficace per le persone condannate è rappresentata dallo strumento dell’espulsione dal carcere, attraverso procedure di identificazione che devono avvenire durante la detenzione, evitando il ricorso al trattenimento ulteriore nei CIE, come è previsto dalla Legge 10/2014, che interviene sul Testo Unico dell’immigrazione. L’articolo 16 prevede che il processo di identificazione del cittadino straniero venga avviato all’atto dell’ingresso in carcere, e che l'espulsione dei detenuti stranieri possa essere alternativa alla carcerazione, quando mancano due anni al fine pena, con l’eccezione dei reati più gravi”.

Desi Bruno ricorda, infine, di aver più volte sollecitato l’Amministrazione penitenziaria e i consolati interessati ad adoperarsi affinché fossero adottate sin dall’ingresso in carcere le procedure di identificazione che consentano l’espulsione di coloro che sono destinati all’allontanamento in tempo utile, evitando il protrarsi della restrizione della libertà personale nei CIE.

 

--------

In seguito ad alcuni interventi tramite la carta stampata, la Garante Bruno specifica quanto segue:

“Con riferimento agli articoli apparsi in questi giorni sul tema dei CIE e delle espulsioni degli stranieri, si precisa che il Garante regionale delle persone private della libertà personale della Regione Emilia-Romagna ha effettuato, nel comunicato stampa diffuso il 26 agosto scorso, un intervento tecnico e di salvaguardia delle persone di cui ha tutela per mandato e, nel suo ruolo di organo super partes, non ha inteso prendere posizione a favore o contro le tesi sostenute da alcuna delle autorità intervenute”.

Azioni sul documento