Verso una politica europea comune in materia d'asilo

21.06.2013

Verso una politica europea comune in materia d'asilo

La scorsa settimana è stato approvato dal Parlamento europeo un nuovo sistema di regole sul diritto d’asilo che consentirà di rendere comuni alcune procedure e semplificarle: i primi passi verso un’unica politica europea di “accoglienza”. Il nuovo sistema entrerà in vigore nel 2015.

Procedure comuni- Nel 2012 sono stati registrati nei paesi dell’Ue ben 330.000 richiedenti asilo, e tuttavia ancora non esiste in tutta l’Unione una disciplina unica in merito. Il regolamento di Dublino II del 2003 è l’ultimo documento europeo che stabilisce criteri e meccanismi di determinazione per l’esame delle domande d’asilo presentate da un cittadino di uno Stato Terzo, ma attualmente esistono molte disparità tra gli Stati europei. Basti pensare che, mentre in Germania e in Francia sono state accettate il 15% e il 14% delle richieste, in alcuni paesi, come la Grecia, solo l’1%, e addirittura in Lettonia, Estonia e Slovenia solo una decina di persone hanno ottenuto asilo. Urge dunque una regolamentazione più omogenea: il nuovo sistema che entrerà in vigore nel 2015, è uno dei primi passi verso questa politica, e prevede infatti di concordare scadenze comuni ai paesi membri e una formazione del personale che si occupa di richiedenti asilo, più rigorosa.

Inoltre anche i tempi di attesa per depositare le richieste dovrebbero essere limitati a 3 o 6 giorni e le stesse procedure di esame –che variano tuttora di Stato in Stato- dovrebbero durare al massimo 6 mesi, tranne in casi eccezionali prolungabili fino a 12 mesi.

Accoglienza - Non solo: il nuovo sistema prevede per i richiedenti asilo e i rifugiati (che spesso vengono “trattenuti” nei cosiddetti CIE per periodi che variano, sempre a seconda degli Stati, dai 45 giorni ai 18 mesi) condizioni di vita più dignitose in questi centri, valutazione medica e psicologica tempestiva e un accesso al mercato del lavoro più rapido.
Maggiore accoglienza anche e soprattutto nei confronti dei minori non accompagnati per i quali sono previste nuove disposizioni più attente alle loro esigenze.
Inoltre, non da ultimo, i richiedenti asilo non potranno più essere rimandati nel paese da cui sono entrati nell’Ue se esiste il rischio che vengano trattati in modo inumano o degradante: e questa che sarebbe la pietra portante del diritto d’asilo, se applicata nei fatti sarà una vera conquista.

Sicurezza- Infine il nuovo sistema prevede maggiore collaborazione tra Stati anche per la lotta al terrorismo: con la banca dati Eurodac, le forze di polizia di tutti i paesi membri ed Europol potranno avere facilmente accesso alle impronte digitali di tutti i richiedenti asilo.

Francesca Mezzadri

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