Parma Ieri - Luigi Vaghi

foto1.jpgQueste immagini provengono dagli archivi della sezione Fotografia del CSAC, il Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma, attivo dalla fine degli anni Sessanta del Novecento. Lo Studio Vaghi, insieme a quello di Libero Tosi, è uno dei maggiori atelier fotografici della città nel secolo scorso: entrambi gli archivi, ricchi in complesso di oltre seicentomila immagini, sono conservati presso il CSAC.
L’atelier inizia la sua attività su iniziativa di Luigi Vaghi nel secondo decennio del Novecento. Luigi acquisisce presto una certa notorietà come ritrattista (è fotografo della Casa Reale) ma è il figlio Bruno, già dalla fine degli anni Venti ma soprattutto dal 1934, a conferire allo studio le dimensioni di una grande azienda, installando il primo laboratorio di trattamento della foto a colori della città e cimentandosi con la fotografia industriale, con la documentazione di opere pubbliche e con la riproduzione di beni artistici (fonda anche una casa di produzione cinematografica dedicata al documentario d’arte, con l’intellettuale futurista Esodo Pratelli).

foto2.jpgLe fotografie del Salumificio Boschi hanno un sapore ancora ottocentesco, con la vivida descrizione sociale offerta dalla scena del pranzo al suo interno. Bruno Vaghi era il fotografo delle occasioni ufficiali durante il ventennio fascista e l’immagine della cerimonia al Teatro Regio lo dimostra in pieno, ma la sua attenzione alla descrizione sociale rivela anche altri interessi. Riprende la Parma vecchia e quella moderna, i lotti medievali attorno alla cattedrale e i quartieri popolari della zona oltretorrente, rendendoli con stesure nostalgiche, pittorialistiche. Registra i lavori di “risanamento” che distruggono quei borghi, già teatro delle barricate antifasciste. Fissa le “grandi opere” nei termini monumentali che erano stati canonizzati, a livello nazionale, dai celebri fratelli Alinari. Prosegue infine nel racconto della città che cambia, con le immagini commissionate dal Genio civile, la ricostruzione, nel dopoguerra, della città bombardata, i cantieri di chiese, edifici pubblici e case popolari.


Per approfondire

Nove100. Arte, fotografia, architettura e design, a cura di A. C. Quintavalle e G. Bianchino, Milano, Skira, 2010. 

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