Uno Spazio Famiglia all'interno del carcere di di Forlì

14.12.2012

Uno Spazio Famiglia all'interno del carcere di di Forlì

Lo Spazio Famiglia nasce nel novembre del 2010 come risposta all’esigenza di creare un luogo di accoglienza per tutte le persone che vengono a trovare i familiari reclusi nella Casa Circondariale di Forlì.

Lo spazio è gestito dall’associazione Con…tatto in collaborazione con le altre realtà del privato sociale che lavorano all'interno del carcere: la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Associazione San Vincenzo de Paoli, il Gruppo Preghiera di Montepaolo.

Ogni settimana, il venerdì e il sabato mattina, circa sessanta famiglie giungono alla porte del carcere dalle vie più vicine alla Rocca -il carcere di Forlì è l’antica Rocca di Caterina Sforza-, dalle province dell’Emilia-Romagna, ma anche da fuori regione. Spesso arrivano dopo lunghi viaggi notturni: ad attenderli trovano uno spazio dove aspettare i loro cari insieme ai volontari che li accolgono, li sostengono e li aiutano fornendo indicazioni e risposte ai loro bisogni. Prima della creazione dello Spazio Famiglia chi veniva per i colloqui era costretto ad aspettare davanti ai cancelli, con grande solitudine edisagio soprattutto per anziani e bambini.

Lo Spazio Famiglia è una stanza molto simile ad una sala da pranzo: con un tavolo attorno al quale condividere problemi e preoccupazioni con altri genitori e altre mogli sole, con sedie e quadri dipinti dagli stessi detenuti che rallegrano le pareti bianche.

I bambini hanno uno spazio tutto loro all'interno della sala dei giochi dove possono giocare e disegnare durante l’attesa.

Lo Spazio è un ambiente accogliente ed informale che fornisce un aiuto concreto: i volontari supportano i familiari nella compilazione dei documenti necessari per l’ingresso in Istituto, per la fornitura di vestiario e generi alimentari. È anche un luogo di sostegno emotivo per molti familiari che, per la prima volta, si trovano a contatto con l’istituzione carceraria e per quei genitori che da tanto tempo vedono i figli solo in carcere.

Nei mesi, grazie allo Spazio Famiglia, si è visto crescere un clima di fiducia, di reciproco riconoscimento tra familiari e volontari e i tra familiari stessi: si attivano dinamiche di sostegno, ascolto, confronto e mutuo aiuto, a partire dalle difficoltà linguistiche dei tanti stranieri.

Il progetto parte dalla collaborazione tra la Direzione della Casa Circondariale e le associazioni di volontariato, continua a vivere grazie allo scambio costante con tutti gli operatori che lavorano all'interno del carcere e, in particolare, con gli agenti di Polizia Penitenziaria con cui i volontari lavorano a stretto con..tatto.

Laddove il sistema penitenziario riconosce i bisogni, ma non riesce a rispondere e a fornire in modo autonomo una valida risposta alle esigenze dei parenti dei detenuti, il volontariato si attiva in forza del principio di sussidiarietà sancito dall’art.118 della Costituzione.

Liberi cittadini sostengono altri liberi cittadini, e così lo Spazio Famiglia è un luogo, ma è anche un nuovo modo di affrontare l’esperienza detentiva, un nuovo modo di costruire relazioni significative, di accoglienza e di ascolto, di accompagnamento.

Ai volontari si fanno domande sul funzionamento del carcere e su “come si sta dentro”: se vi è sovraffollamento, quanti detenuti ci sono in ogni cella, chi cucina, come passano le giornate. Tante sono anche le domande sui processi e sul funzionamento della giustizia. Nessuno sa come rapportarsi con una realtà così lontana dalla esperienza comune, come è quella del carcere, di cui si hanno poche informazioni e spesso molta vergogna.

A sostegno della genitorialità, parallelamente all’esperienza dello Spazio Famiglia, ogni mese si organizza un colloquio-festa, in cui genitori-detenuti e figli hanno la possibilità di vivere l’incontro in un ambiente informale, che tende a ricreare la normalità nel rapporto familiare. Grazie ai volontari dell’Associazione VIP Clown, la palestra del carcere diventa il luogo di festa e di gioco tra bimbi e genitori.

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