Il lager e il ghetto
La Piccola fortezza
Ai primi di giugno del 1940, la Piccola fortezza di Theresienstadt divenne sede una prigione di polizia della Gestapo di Praga. Era quindi, in pratica, un lager nazista, comandato da Heinrich Jöckel. Vi furono internati, durante l’intero periodo bellico, circa 32 000 prigionieri, quasi tutti per motivi politici. Molti di loro furono poi spediti in altri campi, nell’interno del Reich, ma 2600 persone morirono o furono giustiziate all’interno della Piccola fortezza. In un primo tempo, i detenuti furono impegnati nell’abbellimento delle strutture del campo (che fu dotato, ad esempio, di una piscina per le SS); nel corso della guerra, un numero crescente di detenuti fu avviato al lavoro fuori dal lager, nei campi o nelle industrie circostanti.
La Grande fortezza
La Piccola fortezza era solo la cittadella del vasto sistema militare costruito da Giuseppe II. La maggior parte della guarnigione di guardia e di stanza a Theresienstadt risiedeva in una vasta struttura, denominata Grande fortezza. Si trattava di un enorme complesso di undici caserme, tutte identiche, disposte secondo un preciso reticolo geometrico. Ogni caserma portava il nome di una città tedesca. Dalla fine di novembre del 1941, la Grande fortezza divenne il ghetto collettivo degli ebrei cechi. Per loro, la Piccola fortezza divenne una specie di carcere, in cui erano condotti coloro che commettevano gravi infrazioni al regolamento; in linea di massima, dunque, si può dire che gli ebrei detenuti nella fortezza minore furono relativamente pochi: il vero luogo della memoria ebraico a Terezín è la Grande fortezza.
Nel 1944, fu aperto nella vicina città di Litomerice un altro campo di concentramento. Da questo lager dipendente da Flossenbürg, passarono almeno 18 000 detenuti, 4500 dei quali perirono, a causa delle durissime condizioni di vita. Nel 1945, nel nuovo campo esplose una gravissima epidemia di tifo, che poi si propagò all’altro lager e alla Grande fortezza.
I tedeschi abbandonarono Terezín il 5 maggio 1945; tre giorni dopo arrivò l’Armata Rossa, ma l’apertura di ben 5 ospedali non fu sufficiente a fermare l’epidemia di tifo. Il roseto che accoglie il visitatore che oggi si reca alla Piccola fortezza è un cimitero, che ospita i resti di queste sfortunate persone, morte dopo la liberazione a causa del tifo.