I trasporti
Le deportazioni da Theresienstadt
Come nel ghetto di Varsavia, prima di ogni trasporto verso l’Est, i nazisti comunicavano al Consiglio ebraico e all’Anziano il numero di ebrei richiesto, ed ordinavano loro di stendere la lista di coloro che venivano obbligati ad abbandonare il ghetto per destinazione ignota. Costoro dovevano abbandonare i loro alloggi la sera prima della partenza e passare la loro ultima notte a Terezín in un alloggio speciale, denominato chiusa, nel gergo del campo. Dapprima, i deportati arrivarono e partirono dalla stazione di Buhoshovice, distante circa tre chilometri dalla città. Nel 1943, gli ebrei stessi costruirono un raccordo ferroviario che arrivava fino alla fortezza; da quel momento, la caserma Amburgo (una parte della quale era adibita ad alloggio delle donne) divenne la principale chiusa di Terezín.
Le destinazioni
Tra il 1942 e il 1944, partirono da Theresienstadt sessanta convogli. Le mete non furono per nulla identiche: anzi, esaminare in modo analitico queste destinazioni permette di ripercorrere tutte le principali fasi della Shoah. I primi convogli, infatti, nel gennaio 1942, furono inviati a Riga, il cui ghetto, a quell’epoca, era stato ampiamente sfoltito, proprio per far posto agli ebrei provenienti dal Reich (cioè dalla Germania, dall’Austria e dal Protettorato di Boemia e Moravia).
Dal marzo 1942, diversi convogli furono inviati nel Governatorato di Polonia; i deportati furono condotti dapprima in vari ghetti, e poi assassinati a Belzec (7000) e Sobibor (6000).
Infine, la meta principale divenne Treblinka: qui, nell’ottobre 1942, da Terezín arrivarono cinque convogli, per un totale di circa 8000 persone. In media, il viaggio da Theresienstadt a Treblinka durava due giorni; in alcuni casi, tuttavia, non vennero usati vagoni merci, bensì normali carrozze per passeggeri.
La maggior parte dei deportati venne uccisa immediatamente; un certo numero di giovani ebrei cechi e tedeschi, tuttavia, fu messa a lavorare all’interno del Campo inferiore, dove si provvedeva a ripulire i vagoni, a tagliare i capelli e a raccogliere i vestiti e gli altri effetti personali delle persone inviate nelle camere a gas. Alcuni di loro parteciparono alla rivolta del 2 agosto 1943 e riuscirono a sopravvivere nella foresta, dopo essere fuggiti dal campo.