Il verbale della conferenza di Wannsee

Il verbale della conferenza del Wannsee tenutasi il 20 gennaio 1942 fu redatto da Adolf Eichmann, seguendo le istruzioni di Reinhard Heydrich. Il documento è articolato in quattro paragrafi ed è composto da 15 pagine dattiloscritte.

I.

Alla riunione sulla soluzione finale della questione ebraica, svoltasi il 20 gennaio 1942 a Berlino, Am Grossen Wannsee nn. 56-58, hanno partecipato:

Gauleiter dottor Meyer e capo dell'Ufficio del Reich dottor Leibbrandt (Ministero dei Territori orientali occupati)
Segretario di Stato dottor Stuckart (Ministero degli Interni)                        
Segretario di Stato Neumann (Incaricato del Piano quadriennale)
Segretario di Stato dottor Freisler (Ministero della Giustizia)
Segretario di Stato dottor Bülher (Ufficio del governatore generale)                      
Sottosegretario di Stato Luther (Ministero degli Affari esteri)                     
Oberführer delle SS Klopfer (Cancelleria del partito)
Direttore generale di ministero Kritzinger (Cancelleria del Reich)               
Gruppenführer delle SS Hofmann (Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione)         
Gruppenführer delle SS Müller e Obersturmbannführer delle SS Eichmann (Direzione generale per la sicurezza del Reich)
Oberführer delle SS dottor Schöngarth, Alto comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il Governatorato generale, e Sturmbannführer delle SS dottor Lange, Comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il distretto generale Lettonia, in rappresentanza dell'Alto comandante della Polizia di sicurezza e del SD per il Commissariato del Reich Ostland (Polizia di sicurezza e SD).



II.

All'inizio il capo della Polizia di sicurezza e del SD, l'Obergruppenführer della SS Heydrich, ha comunicato di essere stato incaricato dal maresciallo del Reich della preparazione della soluzione finale della questione ebraica in Europa e ha accennato al fatto che la riunione era stata convocata allo scopo di chiarire alcune questioni fondamentali. Il desiderio, espresso dal maresciallo del Reich, di ricevere un piano dei provvedimenti da adottare riguardo all'organizzazione, l'attuazione e i mezzi materiali necessari per dare corso alla soluzione finale della questione ebraica in Europa, presuppone una preventiva concertazione delle questioni che interessano tutte le istanze centrali in vista di una sincronizzazione delle linee di condotta.

La responsabilità della direzione della soluzione finale della questione ebraica spetta, senza riguardo a questioni di confini geografici, al Reichsführer della SS e capo della polizia tedesca (capo della Polizia di sicurezza e del SD).

Il capo della Polizia di sicurezza e del SD ha quindi passato rapidamente in rassegna i momenti salienti della battaglia condotta finora contro questo avversario:

a) il respingimento degli ebrei dai singoli territori di insediamento del popolo tedesco;
b) il respingimento degli ebrei dallo spazio vitale del popolo tedesco.

Nel tentativo di pervenire a questi obiettivi, l'unica soluzione possibile provvisoriamente adottata è stata quella di accelerare il ritmo dell'emigrazione degli ebrei dal territorio del Reich, ponendovi mano in maniera pianificata.

Per ordine del maresciallo del Reich, è stato istituito, nel gennaio 1939, un Centro per l'emigrazione degli ebrei del Reich, della cui direzione è stato incaricato il capo della Polizia di sicurezza e del SD. Esso aveva in particolare il compito di:

a) adottare le misure preparatorie necessarie a intensificare l'emigrazione degli ebrei;
b) orientare il flusso di emigrazione;
c) accelerare, caso per caso, l'attuazione dell'emigrazione.

Obiettivo di questi interventi era ripulire in maniera legale lo spazio vitale tedesco dagli ebrei.

Tutti gli uffici si rendevano conto degli svantaggi inerenti a questa accelerazione dell'emigrazione. Tuttavia, in mancanza di altre soluzioni possibili, essi hanno dovuto accettarli.

Nel periodo successivo, le varie questioni legate all'emigrazione hanno costituito non solo un problema tedesco, ma anche un problema con cui si sono dovute misurare le autorità dei paesi di immigrazione. Le difficoltà finanziarie, quali l'aumento dei diritti di emigrazione e di sbarco da parte dei diversi governi stranieri, la mancanza di posti sulle navi, le crescenti restrizioni o i blocchi posti all'immigrazione hanno fortemente ostacolato i tentativi di emigrazione. Malgrado queste difficoltà, dalla presa del potere fino al termine fissato del 31 ottobre 1941, sono stati indotti a emigrare complessivamente 537 000 ebrei.

Di questi:

dal 30 gennaio 1933    dal vecchio Reich                                  360.000
dal 15 marzo 1938       dalla Marca orientale                             147.000
dal 15 marzo 1939       dal Protettorato di Boemia e Moravia       30. 000

L 'emigrazione è stata finanziata dagli stessi ebrei ossia dalle organizzazioni politiche ebraiche. Per evitare che gli ebrei proletarizzati restassero indietro, si è fatto valere il principio secondo cui gli ebrei abbienti erano tenuti a finanziare l'emigrazione degli ebrei nullatenenti; è stata pertanto istituita, in base a scaglioni di reddito, una tassa di trasferimento o emigrazione, utilizzata per coprire i costi dell'emigrazione degli ebrei nullatenenti.

Oltre al gettito in Reichsmark, si è reso necessario il reperimento di divise per i diritti di emigrazione e di sbarco. Per tutelare le riserve valutarie tedesche, le organizzazioni ebraiche tedesche hanno pregato le banche ebraiche straniere di recuperare le relative somme in valuta. Grazie alle donazioni degli ebrei stranieri è stata messa a disposizione, entro il 30 ottobre 1941, una somma complessiva di 9.500.000 dollari.

In considerazione dei pericoli rappresentati dall'emigrazione in tempo di guerra e delle possibilità offerte dall'Est, il Reichsführer e capo della Polizia tedesca ha, nel frattempo, vietato l'emigrazione degli ebrei.



III.

All' emigrazione è ormai subentrata, quale ulteriore possibilità di soluzione, secondo quanto preventivamente approvato dal Führer, l'evacuazione degli ebrei verso Est.

Sebbene queste operazioni rappresentino soltanto una scappatoia, tuttavia, a questo riguardo, vengono fatte, sin da ora, esperienze pratiche della massima importanza ai fini della futura soluzione finale della questione ebraica.

Nel quadro della soluzione finale della questione ebraica in Europa, il numero degli ebrei interessati ammonta a 11 milioni di persone, così ripartite tra i singoli paesi:

PaeseNumero

A)  Vecchio Reich                                                                           131 800
Marca orientale                                                                          43 700
Territori orientali                                                                       420 000
Governatorato generale                                                           2 284 000
Bialystok                                                                                  400 000
Protettorato di Boemia e Moravia                                                  74 200
Estonia                                                                            libera da ebrei
Lettonia                                                                                       3 500
Lituania                                                                                     34 000
Belgio                                                                                       43 000
Danimarca                                                                                   5 600
Francia - Territorio occupato                                                        165 000
Francia - Territorio non occupato                                                  700 000
Grecia                                                                                        69 600
Paesi Bassi                                                                               160 800
Norvegia                                                                                      1 300

B)  Bulgaria                                                                                     48 000
Inghilterra                                                                                 330 000
Finlandia                                                                                       2 300
Irlanda                                                                                          4 000
Italia inclusa Sardegna                                                                  58 000
Albania                                                                                            200
Croazia                                                                                       40 000
Portogallo                                                                                     3 000
Romania inclusa Bessarabia                                                         342 000
Svezia                                                                                           8 000
Svizzera                                                                                       18 000
Serbia                                                                                          10 000
Slovacchia                                                                                    88 000
Spagna                                                                                          6 000
Turchia (parte europea)                                                                 55 500
Ungheria                                                                                    742 800
URSS                                                                                      5 000 000
Ucraina                                                                                   2 994 684
Russia bianca esclusa Bialystok                                                    446 484

Totale oltre 11 000 000

 

Le cifre relative agli ebrei dei diversi paesi stranieri comprendono però solo gli ebrei praticanti, dal momento che in essi mancano ancora in parte classificazioni degli ebrei secondo criteri razziali. Tenuto conto dell'atteggiamento e delle generali concezioni vigenti nei singoli paesi, il trattamento del problema incontrerà alcune difficoltà, in particolare in Ungheria e in Romania. In Romania, per esempio, gli ebrei possono a tutt'oggi procurarsi, in cambio di denaro, documenti che attestino la loro appartenenza ad una nazionalità straniera.

L'influsso degli ebrei in tutti i territori dell'Urss è noto. Nel territorio europeo vivono circa 5 milioni di ebrei, nell'area asiatica appena 250 000.

La ripartizione professionale degli ebrei residenti nel territorio europeo dell'Urss era la seguente:

settore agricolo                 9,1%
lavoratori urbani              14,8%
commercio                      20,0%          
impiegati statali              23,4%
libere professioni
(medicina, stampa,
teatro, ecc.)                    32,7%

 

Ora, nel quadro della soluzione finale della questione ebraica e sotto la necessaria guida, gli ebrei devono essere utilizzati all'Est nei compiti lavorativi giudicati più opportuni. Inquadrati in grandi colonne e separati per sesso, gli ebrei abili al lavoro saranno condotti in quei territori a costruire strade, operazione durante la quale senza dubbio una gran parte di loro soccomberà per riduzione naturale.

Il nucleo che alla fine sopravviverà a tutto questo, e si tratterà della parte dotata della maggiore resistenza, dovrà essere trattato in maniera adeguata, poiché rappresentando il frutto di una selezione naturale, qualora fosse lasciato andare libero, dovrebbe essere considerato la cellula germinale di una nuova rinascita ebraica (si veda l'esperienza storica).

Nel quadro dell'attuazione pratica della soluzione finale, l'Europa verrà setacciata da ovest a est. II territorio del Reich, incluso il Protettorato di Boemia e Moravia, dovrà essere ripulito per primo, non foss'altro che per ragioni di carattere abitativo e altre necessità socio-politiche.

Gli ebrei evacuati verranno dapprima portati, senza esitare, in cosiddetti ghetti di transito e di lì trasportati più a Est.

La premessa più importante ai fini dell'evacuazione, ha poi spiegato l'Obergruppenführer della SS Heydrich, è l'esatta determinazione della cerchia di persone interessate dal provvedimento.

È previsto che gli ebrei al di sopra dei 65 anni non verranno evacuati, bensì internati in un ghetto per anziani - si è pensato a Theresienstadt.

Oltre a queste classi di età - dei circa 280 000 ebrei che al 31 ottobre 1941 si trovavano nel vecchio Reich e nella Marca orientale il 30 per cento circa ha superato i 65 anni -, nel ghetto ebraico per anziani verranno accolti anche i grandi invalidi di guerra e gli ebrei decorati in guerra (croce di ferro di I classe). Tale opportuna soluzione consente di eliminare in un sol colpo i molti interventi in favore degli ebrei.

L'inizio delle singole grandi operazioni di evacuazione dipenderà in ampia misura dagli sviluppi militari. Riguardo al trattamento della soluzione finale nei territori europei da noi occupati o sotto nostra influenza, è stato proposto che gli addetti alla questione del ministero degli Affari esteri si consultino con il funzionario incaricato della Direzione generale per la sicurezza del Reich.

In Slovacchia e in Croazia la faccenda non presenta più grandi difficoltà, dal momento che le principali questioni di fondo sono già state avviate a una soluzione. Anche in Romania il governo ha, nel frattempo, attivato un responsabile della questione ebraica. Per risolvere la questione in Ungheria, è necessario imporre entro breve al governo ungherese un consulente di questioni ebraiche.

Per quanto riguarda l'avvio dei preparativi per risolvere il problema in Italia, l'Obergruppenführer della SS Heydrich ritiene opportuno mettersi in contatto, a questo proposito, con il capo della Polizia.

Nella Francia occupata e non occupata la schedatura degli ebrei destinati alla deportazione procederà molto probabilmente senza grossi problemi.

Il sottosegretario di Stato Luther ha comunicato, a questo proposito, che in alcuni paesi, per esempio negli stati nordici, sorgeranno difficoltà quando si tratterà di affrontare il problema in termini più radicali, ragion per cui è consigliabile tralasciare per il momento quei paesi. Tenuto conto dello scarso numero di ebrei in tali paesi, ciò non rappresenta comunque una grave limitazione.

In compenso il ministero degli Affari esteri non vede grandi difficoltà per quanto riguarda l'Europa sud orientale e occidentale.

Il Gruppenführer della SS Hofmann prevede di mandare in Ungheria, per un orientamento generale, un addetto dell'Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione, quando il capo della Polizia di sicurezza e del SD porrà mano alla faccenda in quel paese. È stato stabilito che per il momento questo addetto dell'Ufficio centrale per la razza e la colonizzazione, che non dovrà svolgere un ruolo attivo, verrà ufficialmente distaccato come aiuto dell'attaché di polizia.



IV.

Nel quadro dei progetti di soluzione finale dovremo basarci in qualche misura sulle leggi di Norimberga; il problema non potrà considerarsi definitivamente sistemato fino a quando non avremo risolto la questione dei matrimoni misti e quella dei Mischlinge.

In riferimento a una lettera del capo della cancelleria del partito, il capo della Polizia di sicurezza e del SD, del Reich, esamina dapprima, a livello teorico, i seguenti punti:

1) Trattamento dei Mischlinge di primo grado

Per quanto riguarda la soluzione finale della questione ebraica, i Mischlinge di primo grado sono equiparati agli ebrei.

Da questo trattamento sono esclusi:

a) I Mischlinge di primo grado sposati con persone di sangue tedesco, dal cui matrimonio sono nati dei figli (Mischlinge di secondo grado). I Mischlinge di secondo grado sono sostanzialmente equiparati ai tedeschi.

b)  I Mischlinge di primo grado, ai quali sono state finora concesse esenzioni, riguardanti un qualsiasi ambito della loro vita, dalle massime istanze del partito e dello stato.

Deve essere esaminato ogni singolo caso per cui non si possa escludere che la decisione risulti da ultimo penalizzante per il Misclinge.

Costituiscono presupposti di una esenzione soltanto i meriti fondamentali del Mischling in questione (non i meriti del genitore o del coniuge di sangue tedesco).

I Mischlinge di primo grado esclusi dall’evacuazione verranno sterilizzati, per impedire una discendenza e regolare definitivamente il problema dei Mischlinge. La sterilizzazione sarà  volontaria. Ma è il presupposto per restare nel Reich. Il “Mischling", una volta sterilizzato è libero da tutte le restrizioni alle quali era precedentemente soggetto.

 

2) Trattamento dei Mischlinge di secondo grado.

I Mischlinge di secondo grado vengono fondamentalmente accorpati alle persone di sangue tedesco, ad eccezione dei seguenti casi, in cui i Mischlinge di secondo grado verranno equiparati agli ebrei:

a) Mischling di secondo grado nato da un matrimonio bastardo (entrambi i coniugi Mischlinge).

b) Aspetto razziale esteriore particolarmente sfavorevole del Mischling di secondo grado, che lo fa assomigliare a un ebreo.

c) Giudizi particolarmente negativi da parte delle autorità politiche o di polizia del Mischling di secondo grado, da cui emerge che egli si sente ebreo e si comporta come tale.

In questi casi non vanno fatte eccezioni, neppure se il Mischling di secondo grado è sposato con una persona di sangue tedesco.

 

3) Matrimoni tra ebrei puri e persone di sangue tedesco.

Bisogna decidere, caso per caso, se evacuare il coniuge ebreo o internarlo in un ghetto per anziani, tenendo conto delle ripercussioni che un simile provvedimento ha sui parenti tedeschi dei coniugi in questione.

 

4) Matrimoni tra Mischlinge di primo grado e persone di sangue tedesco.

a) Senza figli.

Se dal matrimonio non sono nati figli, il Mischling di primo grado viene evacuato, ossia internato in un ghetto per anziani. (Stesso trattamento che nel caso dei matrimoni tra ebrei puri e persone di sangue tedesco, punto 3).

b) Con figli.

Se dal matrimonio sono nati dei figli (Mischlinge di secondo grado), costoro, qualora vengano equiparati agli ebrei, saranno evacuati insieme al Mischling di primo grado, ossia internati in un ghetto per anziani. Nel caso in cui i figli vengano equiparati ai tedeschi (caso normale), essi vanno esonerati dall'evacuazione e con loro anche il Mischling di primo grado.

 

5) Matrimoni tra Mischlinge di primo grado e Mischlinge di primo grado o ebrei.

Per quel che riguarda questi matrimoni (compresi i figli) tutte le parti saranno trattate alla stregua di ebrei e pertanto evacuate ossia internate in un ghetto per anziani.

 

6) Matrimoni tra Mischlinge di primo grado e Mischlinge di secondo grado.

Entrambi i coniugi, senza riguardo al fatto che abbiano figli o no, saranno evacuati ossia internati in un ghetto per anziani, dal momento che gli eventuali figli generalmente presentano, sotto il profilo razziale, una percentuale di sangue ebraico superiore a quella dei Mischlinge ebrei di secondo grado.

Il Gruppenführer della SS Hofmann è dell'opinione che si debba far ampio ricorso alla sterilizzazione, tanto più che il Mischling, posto di fronte alla scelta se essere evacuato o sterilizzato, preferirà sottoporsi alla sterilizzazione.

Il segretario di Stato dottor Stuckart constata che l'attuazione pratica delle soluzioni possibili sopra elencate, atte a risolvere definitivamente il problema dei matrimoni misti e dei Mischlinge, comporta un onere amministrativo infinito. D'altra parte, per tenere comunque conto anche della realtà biologica, il segretario di Stato dottor Stuckart ha proposto di passare alla sterilizzazione obbligatoria.

Per semplificare il problema dei matrimoni misti, bisognerebbe inoltre riflettere sulla possibilità che al legislatore sia permesso di sentenziare: "Questi matrimoni sono sciolti".

Riguardo alla questione delle ripercussioni dell'evacuazione degli ebrei sulla vita economica, il segretario di Stato Neumann ha spiegato che gli ebrei attualmente impiegati nelle industrie strategiche non dovrebbero essere evacuati fino a quando non si siano trovati dei sostituti.

L'Obergruppenführer della SS Heydrich ha sottolineato che questi ebrei, in base alle direttive da lui approvate in vista dello svolgimento delle operazioni di evacuazione attualmente in corso, non sarebbero stati comunque evacuati.

Il segretario di Stato dottor Bühler ha osservato che il governatore generale sarebbe lieto se la soluzione finale di questa questione cominciasse dal Governatorato generale, poiché lì il problema dei trasporti non ha un grande peso e l'operazione non sarebbe ostacolata da ragioni legate all'impiego di manodopera. Gli ebrei andavano allontanati quanto prima dal territorio del Governatorato generale, perché proprio lì l'ebreo rappresentava, come veicolo di epidemie, un pericolo eccezionale e, d'altra parte, col perdurare del mercato nero, sovvertiva costantemente la struttura economica del paese. Inoltre, la maggioranza dei 2,5 milioni di ebrei interessati era inabile al lavoro. Il segretario di Stato Bühler ha inoltre osservato che, nel Governatorato generale, la direzione centrale della soluzione della questione ebraica spettava al capo della Polizia di sicurezza e del SD e che le autorità del Governatorato generale lo avrebbero sostenuto nel suo lavoro. L'unica preghiera che egli rivolgeva era che in quel territorio la questione ebraica fosse risolta quanto prima.

In conclusione sono state discusse le diverse soluzioni possibili; sia il Gauleiter dottor Meyer sia il segretario di Stato dottor Bühler sono del parere di eseguire in prima persona determinati lavori preparatori alla soluzione finale, relativi ai rispettivi ambiti, evitando però di allarmare la popolazione.

La seduta si è conclusa con la preghiera rivolta ai partecipanti alla riunione dal capo della Polizia di sicurezza e del SD di garantirgli l'appoggio necessario ai fini della realizzazione dei piani di soluzione.

(K. Pätzold – E. Schwarz, Ordine del giorno: sterminio degli ebrei. La conferenza del Wannsee del 20 gennaio 1942 e altri documenti sulla “soluzione finale”, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, pp. 102-111. Traduzione di A. Michler)

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