Profili e caratteri dei realizzatori

Figure criminali diverse
Franz Stangl, in uniforme da cavallerizzo. Ingrandimento da una fotografia dell’album di Kurt Franz.Una rapida rassegna dei principali protagonisti tedeschi dell’Aktion Reinhard ci pone di fronte ad un ventaglio molto ampio di personaggi, ognuno dei quali agì per motivazioni differenti. Probabilmente, i soggetti più ideologizzati furono Globocnik e Wirth, che agirono a stretto contatto con figure importanti del regime (come Himmler o Brack) e condivisero appieno gli ideali e gli obiettivi del nazionalsocialismo.

Wirth iniziò la sua carriera criminale alla fine del 1939, quando fu scelto per coordinare il programma di eutanasia. A quanto ci risulta, condivideva appieno l’idea secondo cui i malati di mente erano un peso per lo Stato, una zavorra di cui ci si doveva liberare; nel dicembre 1939 (o nel gennaio 1940, fu nel centro diretto da Wirth a Brandeburg an der Havel, in Prussia, che venne fatto il primo esperimento con il monossido di carbonio, su 20 o 30 pazienti tedeschi. Inoltre, fu sempre lì che nacque l’idea di mascherare da docce le camere a gas. Quanto agli ebrei, Wirth era solito definire letame le migliaia di cadaveri che dovette gestire, prima a Belzec e poi nella riorganizzazione di Treblinka.

Franz Stangl era un tipo del tutto diverso. Le sue convinzioni ideologiche erano probabilmente deboli, così come il suo antisemitismo convenzionale era tutt’altro che patologico. Del resto, il suo ingresso nelle SS è tardivo, risale solo all’arruolamento nell’ambito del progetto eutanasia, mentre prima era semplicemente un normale poliziotto austriaco. Stangl non ebbe mai la forza morale di opporsi ad  ordini criminali che gli apparivano orribili, ma che comunque, a suo giudizio, andavano eseguiti.
Franz Stangl

Nei suoi racconti, Stangl non descrive mai gli ebrei in termini dispregiativi. Si rifugia in espressioni asettiche, neutrali, che gli impediscano di pensare al crimine di cui è l’artefice. Gli ebrei che scendevano dal treno erano semplicemente un carico; raramente Stangl parlava con loro, mentre evitava accuratamente lo spogliatoio, nel quale entravano degli individui, e dal quale usciva invece una massa indistinta. Privo di una solida motivazione ideologica, Stangl utilizzò l’alcool come anestetico morale, si convinse di essere lui la vera vittima (cui il sistema aveva assegnato un durissimo compito) e infine si abituò alla nuova situazione, che gestì con la massima efficienza possibile, come un qualsiasi altro lavoro, da svolgere senza obiezioni e senza sentimentalismi, diventando una perfetta pedina nelle mani dei nazisti più radicali.

Kurt Franz, invece, era un individuo crudele e spietato. Era molto più giovane delle altre SS (era nato nel 1916, mentre Stangl era del 1908) e traeva un'evidente soddisfazione nel maltrattare e nell’uccidere i deportati, che il suo cane, a comando, aggrediva ai genitali.

Come nel caso dei poliziotti che parteciparono ai massacri in URSS e in Polonia nel 1941-1942, non esiste un’unica motivazione per il comportamento criminale. Ideologia e carrierismo, avidità di beni e desiderio di affermazione personale: questi fattori (e vari altri) vanno tutti presi in considerazione, quando si analizza il personale tedesco impegnato nell’Aktion Reinhard.

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