La cancellazione delle prove

La decisione
Polonia, 1942. La scavatrice usata nelle fosse comuni di Treblinka. Fotografia tratta dall’album personale di Kurt FranzNella primavera del 1942 (marzo o maggio), Heydrich si incontrò a Varsavia con Paul Blobel, il principale responsabile dell’eccidio di Babij Jar, e gli assegnò il compito di distruggere tutte le fosse comuni dei massacri operati dagli Einsatzgruppen. Dopo la morte di Heydrich, l’ordine gli fu ripetuto alla fine di giugno, dal nuovo capo della Gestapo, Heinrich Müller. La questione però si trascinò per vari mesi, in quanto Blobel fu costretto per diverso tempo a fare prove ed esperimenti a Chelmno/Kulmhof, le cui fosse furono dunque le prime ad essere cancellate. Il sistema elaborato da Blobel era complesso, ma efficace: i corpi erano disposti su traversine ferroviarie e poi inzuppati di benzina.

In autunno, quando Blobel era finalmente pronto, si presentò dai responsabili della polizia in Ucraina per iniziare il suo macabro lavoro. L’ordine di Müller, tuttavia, era puramente verbale, e ciò provocò diffidenze e riluttanza in chi lo riceveva da parte di Blobel; inoltre, la benzina scarseggiava e il terreno cominciava a gelare. Il risultato fu un rinvio dell’intera operazione alla primavera successiva. In aprile, però, Himmler in persona ordinò a Blobel di mettersi al lavoro con celerità, dopo che la disfatta di Stalingrado aveva messo per la prima volta in dubbio le sorti della guerra e dopo che i tedeschi scoprirono le fosse di Katyn.

Blobel costituì allora un’unità speciale, denominata Sonderkommando 1005, formata da prigionieri che – al termine di ogni operazione – venivano eliminati. A Ponary e a Kaunas (Forte IX), però, un gruppo riuscì a fuggire e a sopravvivere.
La chiusura dei centri dell’Aktion Reinhard

Alla fine di febbraio o ai primi di marzo del 1943, Himmler visitò personalmente i campi dell’Aktion Reinhard. Belzec, però, aveva già cessato la propria attività omicida alla fine del 1942. Per mostrare a Himmler il funzionamento di Sobibor, fu prelevato da un campo di lavoro del distretto di Lublino un gruppo di ragazze ebree; secondo un’altra versione, fu scelto un gruppo particolare di giovani ebrei, tra coloro che lavoravano al campo.  A quell’epoca, il campo di Auschwitz si stava dotando di strutture più complesse di quelle dei tre centri del Governatorato generale, e quindi Himmler decise che li avrebbe gradualmente sostituiti come luogo di eliminazione, ai fini della piena realizzazione della soluzione finale anche nei paesi dell’Europa occidentale. Malgrado questa decisione, nell’aprile-maggio 1943 arrivò una nuova ondata di trasporti a Treblinka: dal ghetto di Varsavia ormai distrutto e bruciato, dopo la rivolta, dalla Tracia e dalla Macedonia (annesse dalla Bulgaria, a scapito di Grecia Jugoslavia), dalla Grecia stessa (Salonicco). In totale, si stima che 135 000 ebrei siano stati deportati dai vari paesi europei (escluse la Polonia e l’USS) ai campi dell’Aktion Reinhard. Per esplicito ordine di Himmler, i cadaveri nuovi non furono più seppelliti, ma bruciati.

Nell’estate 1943, circa 840 ebrei lavoravano a Treblinka, addetti al trattamento dei cadaveri o alla raccolta dei vestiti (e dei valori). Il 2 agosto, un gruppo di questi prigionieri lavoratori tentò una rivolta. Diedero fuoco al campo e poi fuggirono in massa; la maggioranza di loro venne catturata e fucilata. Il 14 ottobre, una rivolta simile si verificò anche a Sobibor.

L’ultimo trasporto (37 vagoni) arrivò a Treblinka il 18 agosto 1943, dal ghetto di Bialystok. In settembre, Globocnik, Wirth e Stangl vennero trasferiti a Trieste, mentre a Kurt Franz (divenuto comandante) fu assegnato il compito di smantellare tutte le istallazioni e distruggere tutti i cadaveri.

Infine, conclusi i trasporti, si procedette all’esumazione delle centinaia di migliaia di corpi già presenti, per procedere alla distruzione col fuoco anche di essi.

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