Himmler ai comandanti delle SS

Altrettanto rivelatrici della mentalità nazista sono le parole rivolte da Himmler il 4 e il 6 ottobre 1943 ad un gruppo di alti ufficiali delle SS, quando il processo di sterminio stava toccando il proprio vertice.

Dal discorso del 4 ottobre 1943

Mi riferisco all'evacuazione degli ebrei, all'annientamento del popolo ebreo. Questa è una di quelle cose che sono facili a dirsi. <<Il popolo ebreo sarà annientato>>, dice ogni membro del partito. <<Certo, sta nel nostro programma, l'eliminazione degli ebrei, l'annientamento, ce ne occuperemo>>. E arrivano tutti arrancando, 80 milioni di bravi tedeschi, e ciascuno ha il suo ebreo perbene. D'accordo, gli altri sono porci, ma questo è un ebreo di prim'ordine. Di tutti quelli che parlano così, nemmeno uno l'ha visto succedere, nemmeno uno ci è passato.

La maggior parte di voi sa che vuol dire vedere cento cadaveri distesi l'uno accanto all'altro, o cinquecento, o mille. Essere andati fino in fondo e - a parte casi di debolezza umana - avere mantenuto la nostra integrità, è questo che ci ha resi duri. Nella nostra storia, questa è una pagina gloriosa che non è stata scritta né mai lo sarà.

(M. R. Marrus, L'olocausto nella storia , Bologna, Il Mulino, 1994, p. 45.)

 

Dal discorso del 6 ottobre 1943

Vi prego di ascoltare solamente e di non parlare mai con nessuno di ciò che sto per dirvi in questa cerchia ristretta. Noi siamo stati posti di fronte a questo interrogativo: che fare delle donne e dei bambini? Io mi sono deciso a trovare anche in questo caso una soluzione assolutamente netta. Io non mi sono sentito autorizzato a sterminare gli uomini - diciamo pure uccidere (!) o far uccidere - per poi far crescere, nelle persone dei loro figli, i vendicatori contro i nostri figli e nipoti. Bisognava prendere la grave decisione di far sparire questo popolo dalla faccia della terra.

Quanto all'organizzazione che occorreva per eseguire l'incarico, questa è stata la cosa più difficile che abbiamo dovuto affrontare finora. Ed è stata realizzata - credo di poterlo dire - senza ledere la coscienza e la morale dei nostri uomini e del nostro Führer… e con questo desidero chiudere la questione ebraica. Ora voi sapete, e dovete tenervelo per voi. Forse, un domani molto lontano, si potrà vedere se sarà il caso di dire qualcosa di più al popolo tedesco. Io credo che sia meglio che noi - tutti noi -, dopo aver fatto questo per il nostro popolo ed essercene assunta la responsabilità (la responsabilità di un'azione, non di un'idea) ce ne portiamo il segreto nella tomba.

(K. Hildebrand, Il Terzo Reich , Bari, Laterza, 1989, pp. 108-109)

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