La guerra-lampo
L’attacco tedesco è stato sferrato ed è condotto dallo stato maggiore tedesco con ritmo fulminante, con una minuzia ed una maestria nei preparativi, una perfezione nell’esecuzione, una celerità nei risultati che, sin dalle prime ore, hanno posto nella situazione più delicata le armate polacche, colte di sorpresa in piena concentrazione delle loro forze e nel giorno stesso della mobilitazione generale.
La Wehrmacht e la Luftwaffe hanno applicato metodi nuovi che hanno provocato quasi immediatamente la disorganizzazione contemporanea dell’esercito e del paese nemico. Effettuando continui bombardamenti su tutto il territorio polacco, l’aviazione tedesca ha ostacolato tanto il vettovagliamento ed i trasporti delle truppe quanto la trasmissione degli ordini provenienti da stati maggiori che essa inseguiva di quartier generale in quartier generale. Non più assalti di fanteria preparati da tiri di artiglieria come durante l’altra guerra. Gli attacchi sono effettuati da divisioni blindate, da carri armati che si muovono in massa, seguiti da auto-mitragliatrici e sostenuti da aerei che mitragliano e bombardano le truppe polacche a bassa quota; alla fanteria, trasportata per lo più in camion e in motocicletta, non resta che il compito di occupare il territorio conquistato. […]
All’atto in cui entrano in guerra prima la Gran Bretagna e poi la Francia [ 3 settembre 1939 – n.d.r.] , sono passate poco più di quarantotto ore dall’inizio della campagna polacca, e già le armate polacche sono disciolte, le divisioni disorientate e divise le une dalle altre, mente le Panzerdivisionen [= le forze corazzate tedesche, composte da centinaia di carri armati, detti Panzer- n.d.r.] proseguono senza sosta la loro avanzata ed invadono il paese a nord, a nord-ovest, penetrando dalla Prussia orientale, a sud-ovest attraverso la Slesia e, a sud, provenendo dalla Boemia-Moravia e dalla Slovacchia.
Invano l’aviazione e l’esercito polacchi manifestano un’energia ed un coraggio degni delle più belle pagine della storia della Polonia. Invano, su apparecchi di livello molto inferiore a quelli tedeschi, gli aviatori compiono le imprese più straordinarie arrivando a schiantarsi sui loro nemici quando hanno esaurito le munizioni. Invano hanno abbattuto, il 1° settembre, 16 aerei nemici e, nei due giorni successivi, un numero maggiore. Anche loro subiscono perdite assai gravi che ben presto renderanno impotente l’aviazione polacca. L’esercito dà prova di un magnifico spirito di abnegazione e si batte con accanimento, senza riuscire a ritardare sensibilmente la marcia della formidabile macchina bellica tedesca che continua ad avanzare, come mossa da un potente congegno ad orologeria.
(E. Collotti, La seconda guerra mondiale, Torino, Loescher, 1985, pp. 55-56)