La gestione dei campi

La fase iniziale
Russia, 2000. Profilo del monastero, fotografato da una nave in arrivo alle isole Solovki In un primo tempo, la gestione amministrativa dei lager in Russia fu abbastanza confusa e caotica. Anche se esisteva fin dal 5 settembre 1919 una Direzione dei lager all’interno della Ceka, di fatto la maggior parte del lavoro di organizzazione era delegato a strutture provinciali e periferiche. Il risultato fu che ogni governatorato aveva i suoi campi, dotati di relativa autonomia.

Inoltre, il Commissariato del popolo alla Giustizia (NKJu) amministrava proprie strutture, in cui si vantava di aver introdotto il principio della rieducazione dei detenuti (per lo più criminali comuni) mediante il lavoro produttivo, che oltre tutto serviva in parte a coprire le spese sostenute dal governo per la loro reclusione. Un terzo gruppo di luoghi di detenzione dipendeva poi dal Commissariato del popolo agli Affari Interni, che si occupava di soggetti che – pur appartenendo alla classe operaia – si erano mostrati renitenti al lavoro o propensi al vagabondaggio.

All’inizio del 1921,

- nei luoghi dipendenti dall’NKVD erano internati 51 158 detenuti;

- negli istituti di pena legati al Commissariato del popolo alla Giustizia, 55 422 prigionieri;

- nei lager connessi alla Ceka, circa 50 000.

(Fonte dei dati: M.Flores-F.Gori (a cura di), GULag. Il sistema di lager in URSS, Milano, Mazzotta, 1999, p. 25).

L'OGPU

Nel 1919, Feliks Dzerzinskij – capo della Ceka – ricevette l’incarico di dirigere anche il Commissariato del popolo agli Affari Interni (NKVD). A partire da quel momento, le due strutture divennero di fatto una cosa sola, un unico potente organismo ben coordinato, che riuscì a togliere al Commissariato alla Giustizia tutti i luoghi di reclusione su cui aveva competenza.

Più tardi poi, nel 1923, si decise che le prigioni per i detenuti in attesa di giudizio e i campi a destinazione speciale (primo fra tutti quello delle Solovki) sarebbero stati gestiti di nuovo da una struttura apposita, chiamata OGPU (Direzione politica statale unificata) e subentrata alla Ceka, sciolta nel 1922.

Verso la metà del 1927, i detenuti controllati dalla OGPU erano circa 30.000, la maggior parte dei quali non era ancora occupata in attività produttive vere e proprie. Tra questi, i detenuti delle isole Solovki, che all’inizio di luglio del 1923, erano 3049. Salirono a 12.700 nel 1927, a 21 900 nel 1929, a 65.000 nel 1930, a 71.800 nel 1931.

Nel 1931, la popolazione carceraria scese di nuovo bruscamente a quota 15.130, in quanto la maggior parte dei detenuti fu trasferita sul continente, nei cantieri per la costruzione del canale Mar Baltico-Mar Bianco.

(Fonte dei dati sul numero di detenuti alle Solovki: T. Kizny, Gulag, Milano, Paravia Bruno Mondadori, 2004, p. 79. Traduzione di P. Farese)

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