L'album di Auschwitz

Documentare lo sterminio
Auschwitz-II-Birkenau 1944. La selezione di un convoglio di ebrei ungheresi. Dall’album Il trapianto degli ebrei di Ungheria, realizzato dai nazisti ad Auschwitz nell’estate 1944.Realizzare fotografie nei campi di sterminio era severamente vietato. Talvolta, tuttavia, le autorità di Berlino ordinarono dei veri e propri reportages fotografici, che vennero curati nei minimi dettagli. E’ il caso del cosiddetto Album di Auschwitz, realizzato tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 1944 e ufficialmente intitolato Umsiedlung der Juden aus Ungarn (Il trapianto degli ebrei di Ungheria). Le 28 pagine dell’album hanno un formato di 25 x 35 cm; ciascuna pagina ospita in genere 3 o 4 fotografie, per un totale originario di 197 immagini (oggi, però, l’album contiene solo 193 fotografie: quattro sono andate disperse). Probabilmente, furono all’opera vari fotografi SS, e non un unico operatore.

L’album si apre con due immagini di propaganda, cioè con due foto che ritraggono alcuni ebrei in pose e con fattezze considerate tipiche; nelle intenzioni dei redattori dell’albun, quei loschi personaggi erano l’incarnazione del Male, e quindi fornivano la più chiara giustificazione della soluzione finale, che almeno ad Auschwitz toccò il suo vertice proprio con la liquidazione in massa degli ebrei trasferiti dall’Ungheria. Le pagine seguenti documentano in modo minuzioso l’arrivo dei convogli, lo sbarco dei deportati sulla nuova rampa (all’interno di Birkenau) e la selezione.

Uomini (maschi adulti e ragazzi) e donne (coi bambini più piccoli) vengono divisi in due gruppi e la procedura avviene di giorno, con calma, in modo ordinato e tranquillo; sotto questo profilo, le foto sono ingannevoli, in quanto molte testimonianze parlano di arrivi notturni e di sbarchi che sono condotti in fretta, a gran velocità, per traumatizzare i deportati e impedir loro di capire dov’erano stati condotti. Per terrorizzare ulteriormente i nuovi arrivati, spesso si faceva ricorso a spari, percosse e cani.
Doppio destino

Vengono poi mostrati i due diversi destini degli abili al lavoro (inviati nei lager, dopo essere stati immatricolati) e degli improduttivi, che saranno inviati alle camere a gas e ai crematori. Le procedure di eliminazione non sono state fotografate, così come gli edifici dei crematori fanno la loro comparsa solo da lontano, nelle foto che in primo piano (dall’alto) inquadrano i vagoni appena arrivati. La realtà dello sterminio, però, è onnipresente, o meglio percepibile nelle lunghe file di deportati selezionati che si dirigono verso i crematori, nei gruppi di persone che, fra gli alberi del bosco di betulle, attendono di essere immesse nelle camere a gas, nella gigantesca mole di effetti personali accumulati nel cosiddetto Kanada, un vasto quartiere di baracche-magazzino, ognuna delle quali ospitava un genere particolare di oggetti (le posate, gli occhiali, le scarpe…).

Dopo l’evacuazione del campo, l’album fu condotto a Dora; qui, al momento della disfatta, fu rinvenuto casualmente in un armadio da una deportata ungherese (Lili Jacob), che aveva riconosciuto il rabbino del suo villaggio, i suoi due fratelli, i suoi nonni e altri parenti o conoscenti. Al momento attuale, l’album è custodito presso il museo Yad Vashem, a Gerusaleme.

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