Il campo degli zingari nelle memorie di Höss

Nelle sue memorie, Rudolf Höss, comandante di Auschwitz dal 1940 al 1943, dedica parecchie pagine al campo degli zingari. Si tratta di un testo importante per lo storico, in quanto permette non solo di ricostruire le linee essenziali della vita in quel settore del lager, ma anche - e forse soprattutto - la mentalità e l'atteggiamento nazista tipico verso il popolo gitano. Innanzi tutto Höss ci informa che, nel 1942, quando vennero arrestati tutti gli zingari tedeschi, non si fecero eccezioni: ad Auschwitz, furono infatti mandati anche zingari che erano stati arruolati nell'esercito ed erano stati feriti o persino decorati. In secondo luogo, il comandante insiste sulla presenza di un gran numero di bambini, che però soffrivano più di tutti, sia per la fame, sia per le malattie causate dal sovraffollamento del campo.

Il terzo contingente, per numero, era rappresentato dagli zingari. Molto prima dell’inizio della guerra, durante le azioni contro gli asociali, erano stati condotti nei campi di concentramento anche gli zingari. Una sezione dell’Ufficio di Polizia criminale del Reich si occupava esclusivamente di sorvegliare gli zingari; negli accampamenti zingareschi si compivano frequenti incursioni per ricercare individui che non appartenevano realmente alle tribù, e che venivano poi inviati nei campi di concentramento come renitenti al lavoro o asociali. Inoltre gli accampamenti degli zingari erano continuamente sottoposti ad esami biologici, poiché Himmler voleva che venissero assolutamente conservate le due grosse stirpi principali degli zingari, delle quali non ricordo più la denominazione. Era sua opinione, infatti, che queste discendessero in linea diretta dagli antichissimi popoli indogermanici, e che si fossero conservate abbastanza pure come specie e come costumi. Questi zingari dovevano essere raccolti tutti insieme, a scopo di studio, esattamente catalogati e protetti come monumenti storici. In seguito, si sarebbe dovuto raccoglierli in tutte le parti d’Europa e sistemarli in alcune zone residenziali loro assegnate.

Negli anni 1937-38, tutti gli zingari vagabondi furono raccolti in cosiddetti campi di abitazione, perché fosse più facile sorvegliarli.

Nel 1942 venne dato l’ordine di arrestare tutti gli individui di tipo zingaresco, compresi gli zingari di sangue misto, che si trovavano nel Reich, e di trasportarli ad Auschwitz, a qualunque età e sesso appartenessero. Ne furono esclusi soltanto gli zingari riconosciuti puri appartenenti alle due stirpi anzidette, che vennero sistemati presso il lago di Neusiedl, nel distretto di Odenburg. Quelli portati ad Auschwitz sarebbero rimasti in un campo per famiglie fino alla fine della guerra. Ma le direttive che avrebbero dovuto guidare questa selezione non erano state date con sufficiente esattezza. Così i diversi uffici della Polizia criminale si regolarono in modo diverso e perciò vennero arrestate molte persone che non potevano minimamente essere considerate da internare. Vennero arrestati molti soldati in licenza dal fronte, spesso grandi decorati e più volte feriti, il cui padre o madre o nonno ecc. erano zingari sangue-misti zingari. […]

Non sono più in grado di riferire quanti fossero gli zingari e i sangue-misti di Auschwitz. So benissimo, però, che avevano completamente occupato il settore che era calcolatoper 10 000 persone. Ma le condizioni generali a Birkenau erano tutt’altro che adatte ad un campo per famiglie. Mancavano le più elementari premesse, soprattutto se si aveva l’intenzione di tenervi questi zingari per tutta la durata della guerra. Così, non era possibile nutrire in modo appropriato i bambini, sebbene per un certo tempo, appellandomi all'ordine di Himmler, mi fossi dato da fare per tutti gli uffici di approvvigionamento, ottenendo cibi adatti per bambini. Ma tutto questo cessò non appena il Ministero dell'Alimentazione decretò che non dovevano più essere dati alimenti per l'infanzia ai campi di concentramento.

Nel luglio del 1942, Himmler venne a visitare il campo. Gli feci percorrere in lungo e in largo il campo degli zingari, ed egli esaminò attentamente ogni cosa: le baracche d'abitazione sovraffollate, i malati colpiti da epidemie, vide i bambini colpiti dall'epidemia infantile Noma [= un tumore canceroso, conseguenza della denutrizione - n.d.r.], che non potevo mai guardare senza orrore e che mi ricordavano i lebbrosi che avevo visto a suo tempo in Palestina: i loro piccoli corpi erano consunti, e nella pelle delle guance grossi buchi permettevano addirittura di guardare da parte a parte; vivi ancora, imputridivano lentamente.

Si fece dare le cifre della mortalità tra gli zingari, che tuttavia erano relativamente basse, rispetto alla media del campo, tranne che per i bambini, fra i quali la mortalità era straordinariamente alta; ad esempio, non credo che fossero molti i neonati a sopravvivere oltre le prime settimane di vita. Dopo aver visto tutto questo ed essersi conto della realtà, diede l’ordine di annientarli, dopo aver scelto tra loro gli abili al lavoro, come tra gli ebrei. Gli feci notare che gli abitanti del campo zingari non erano prigionieri del tipo di quelli di Auschwitz, ma egli ordinò ugualmente all’Ufficio di Polizia criminale del Reich di procedere al più rapidamente possibile alla selezione.

L’operazione durò due anni. Gli zingari atti al lavoro vennero trasferiti in altri campi, e alla fine rimasero da noi (era l’agosto del 1944) circa 4000 individui da mandare nelle camere a gas.

R. Höss, Comandante ad Auschwitz. Memoriale autobiografico di Rudolf Höss, Torino, Einaudi, 1985, pp. 106-108. Traduzione di G. Panzieri Sajna. Prefazione di P. Levi

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