Proteste e paure di un deputato Bulgaro

I provvedimenti del giugno 1941 furono un vero gesto di esproprio parziale dei beni degli ebrei bulgari. Mentre le leggi che toglievano agli israeliti i diritti civili e politici non destarono particolari dissensi, il decreto che imponeva la tassa speciale fu invece accusata da Nikola Mushanov di introdurre un pericoloso precedente e di stimolare la diffusione dell’avidità e di tutti i peggiori istinti umani.

Prima fermiamo questo processo [la liquidazione della proprietà ebraica] e meglio sarà per l’autorità della Bulgaria… Noi siamo silenziosi testimoni dell’avidità, del furto della proprietà privata. Chi oggi arraffa senza pietà, si getterà domani sulle vostre proprietà, sulla mia.

Se oggi non difendete i beni e la proprietà privata [degli ebrei], i comunisti avranno una ragione in più per eliminarla, tanto più che dispongono già di una giustificazione teorica a tutto questo. I comunisti, secondo i principi della loro dottrina, dicono di voler dividere i beni de ricchi con i poveri… Così facendo voi li aiutate, perché domani potranno dire: un borghese è peggiore di noi, più laido, più pericoloso e più ebreo, perché, pur avendo il denaro, i beni, ci costringe a lavorare per lui…

Tollerando il furto della proprietà degli ebrei, incoraggiamo la nascita dell’istinto della violenza esercitata dalle masse, dalla folla.

G. Nissim, L’uomo che fermò Hitler. La storia di Dimitar Peshev che salvò gli ebrei di una nazione intera, Milano, Mondadori, 1998, pp. 95-96

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