La costruzione di Birkenau

Auschwitz II
Auschwitz II - Birkenau, 2006. Il settore denominato B I, costruito dai prigionieri sovietici, e poi trasformato in campo femminile.Auschwitz II nacque dunque come Kriegsgefangenenlager (KGL), cioè come campo destinato all’internamento di prigionieri di guerra russi. La località scelta per la costruzione della nuova struttura era vicina ad un bosco di betulle (Birkenwald, in tedesco) ed ad un villaggio chiamato Brzezinka dai polacchi. L’intera area venne denominata Birkenau dai nazisti.

I primi prigionieri di guerra investiti del compito di costruire il nuovo campo arrivarono il 7 ottobre; si trattava di 2014 militari, trasferiti dallo Stalag 308 di Neuhammer am Quais. Dallo stesso campo ne arrivarono altri 2145 il 9 ottobre; 1955 il 19 ottobre; 986 il 20 ottobre; 1908 il 25 ottobre. In totale, arrivarono dunque 9008 prigionieri; a causa del freddo, degli stenti, delle carenze alimentari o delle fucilazioni sommarie, entro il 31 ottobre ne erano già morti 1255.

Questi prigionieri furono oggetto di una precisa procedura di registrazione, che comprendeva anche tre foto segnaletiche (di fronte, di tre quarti e di profilo). Moltissime di queste fotografie si sono conservate fino ai giorni nostri. Anche i decessi furono registrati con cura, in un apposito registro, che riporta cifre elevatissime anche per il novembre 1941: 253 morti, il 1° novembre; 213 morti, il 2 novembre; 278 morti, il 3 novembre…

Nel febbraio 1942 ne erano rimasti 2000, ancora alloggiati ad Auschwitz I, ma in baracche separate dal resto del campo; nel marzo 1942, i 945 superstiti furono trasferito a Birkenau; in maggio, erano rimasti in 186.
Il razzismo di Höss

Il lavoro che i russi dovevano svolgere a Birkenau era durissimo. La zona scelta per il nuovo campo, infatti, era paludosa, e quindi dovette essere bonificata per mezzo di un complesso sistema di canali (scavati dai prigionieri sovietici) che permettessero alle acque di scorrere e di defluire. Nel lungo memoriale scritto nel carcere di Cracovia dopo il suo arresto, il comandante del campo Rudolf Höss dedica diverse pagine a questi soldati russi, che morivano a centinaia al giorno. L’ex ufficiale nazista non tace nulla delle durissime condizioni in cui essi erano costretti a vivere e annota che quegli individui erano disposti a tutto per un pezzo di pane, si ammazzavano tra loro pur di afferrare qualcosa da mangiare e arrivarono fino al cannibalismo. Insomma, conclude seccamente il comandante, si erano trasformati in bestie, preoccupate solo del cibo.

Il dato più interessante, tuttavia, è un altro. Höss non attribuisce questa metamorfosi alle circostanze di cui lui stesso è responsabile; al contrario, individua come causa prioritaria di essa il carattere stesso dei russi, quasi fossero predisposti alla barbarie e alla bestialità da un’inclinazione naturale e inevitabile.

Certamente, questa inversione dei termini veri della questione può essere attribuito ad un’intenzionale strategia processuale, cioè allo sforzo di sminuire le proprie responsabilità criminali. L’impressione prevalente, però, è che Höss in realtà ragioni ancora da nazista convinto, certo a priori della subumanità degli slavi (e, a maggior ragione, degli ebrei, che di lì a poco sarebbero stati oggetto di una violenza ancora più sistematica). Quello che Höss vede accadere ai russi che costruiscono Birkenau lo conferma nei suoi pregiudizi, e al tempo stesso (dal suo punto di vista) lo assolve: i veri mostri criminali sono gli slavi e gli ebrei; e allora, proprio per questo, chi li elimina non è più un assassino, ma un benefattore dell’umanità. In nome dell’ideologia, i più elementari principi etici vengono cancellati o, peggio, del tutto rovesciati.

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