1.7 Trattore-giocattolo conservato nel Museo Ettore Guatelli

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Trattore-giocattolo conservato nel Museo Ettore Guatelli, Ozzano Taro, Parma (fotografia di Enzo e Paolo Ragazzini).

 

Approfondimento

Un trattore-giocattolo costruito con materiali di riciclo: un barattolo di conserva, rocchetti, scatolette di lucido da scarpe, tappi. È uno dei 60.000 oggetti raccolti da Ettore Guatelli nella casa-museo che porta il suo nome, a Ozzano Taro, sulle colline parmensi.

“Inizialmente” – raccontava Guatelli – “ho raccolto per riutilizzare. Ai contadini fa caso tutto. Dai rigattieri vedevo cose che potevano servire; prendevo ad ogni volta e senza misura: pinze, martelli, congegni... Speravo sempre che l’ultima fosse la migliore. Ma prendevo sempre anche quello che ‘mi piaceva’. Cose umili, ma anche ingegnosissime, poetiche nella loro umiltà, da amare. E da far venire il desiderio di capire, di sapere chi c’era e cosa c’era dietro queste cose, come e in quale circostanze si usassero. Cose che stimolavano la fantasia, la creatività. E ho continuato anche quando ne ho avute tantissime, da far dire a qualcuno che avevo un museo”.

Questo maestro di campagna ha dedicato gran parte della sua vita a raccogliere le storie e le testimonianze materiali della sua terra, fino a fare della sua casa un misterioso “bosco delle cose”, popolato da migliaia di oggetti, disposti ad arte in ogni stanza, su ogni mensola e su ogni parete. Come accadeva nelle prime “camere delle meraviglie” da cui sono nati i moderni musei, entrando nelle stanze dei giocattoli, delle scarpe, delle scatole, dei vetri, degli orologi, degli attrezzi, si viene sommersi dalla forza muta degli oggetti e si rimane incantati.

L’evoluzione del Museo di Guatelli – che oggi, dopo la morte del suo fondatore, viene gestito dalla Fondazione appositamente creata – è stata seguita negli anni dall’Istituto per i beni culturali, che ha collaborato a promuoverne la conoscenza attraverso convegni e pubblicazioni.

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