"Bene la nuova legge sulle adozioni"

27.11.2015

Ben venga la nuova legge sulla continuità degli affetti dei minori in affidamento, perchè con questa norma “il legislatore si fa carico di una particolare evidenza, e cioè del fatto che l’affidamento spesso si prolungava e ancora si prolunga molto oltre i 24 mesi previsti, salvo proroga, dalla legge”. Succede infatti che “un bambino collocato in una famiglia affidataria venga talvolta lì 'dimenticato', e questo anche per effetto della lunghezza delle procedure giudiziarie e amministrative, o ancora che al termine di un affidamento durato anche a lungo, il minore venga poi spostato in un’altra famiglia affidataria o in una comunità o dato in adozione ad altri, rescindendo completamente i rapporti sviluppati negli anni con gli affidatari”. Tutte situazioni che “contribuivano a creare dei veri e propri 'orfani di stato: orfani in senso psicologico, dei bambini deprivati cioè per ben due volte dei loro affetti”.

A sostenerlo è Luigi Fadiga, Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Emilia-Romagna, intervenendo in occasione del convegno “Affido e adozione… in cammino verso nuove frontiere?” che si è svolto ieri al Tribunale di Bologna.

“Quando parliamo di adozione o di affidamento familiare ci troviamo di fronte a una normativa nata con precise idee e scopi ben chiari, che rispondeva a bisogni e contesti sociali e di vita ben diversi da quelli in cui viviamo oggi- spiega la figura di garanzia dell'Assemblea legislativa-. In questo senso, la neonata legge aiuta a ridefinire il rapporto tra due istituti, quello dell’adozione e quello dell’affidamento familiare, che hanno scopi diversi ma non poche interrelazioni, e che se ben definiti possono evitare ai minori già traumatizzati il ripetersi di nuovi abbandoni”.

Non tutti i problemi sono stati risolti, avverte però il Garante: c’è infatti una vecchia Convenzione del 1967, che è stata rivista nel 2008 e che vede l’adozione in modo diverso dall’attuale normativa italiana, prevedendo ad esempio la possibilità che la domanda di adozione sia presentata anche dai single, dalle coppie non sposate o dalle coppie dello stesso sesso. La Convenzione non lo prescrive, puntualizza però Fadiga, ma “lascia aperta la possibilità, a discrezione di ogni Stato, così come lascia a ogni Stato di decidere se queste coppie devono essere sposate o registrate o solo conviventi”.

D’altro canto, “la legge 149/2001 sulla disciplina dell’adozione e dell’affidamento non prende in esame questi aspetti, lasciando molte incertezze rispetto ai fenomeni sociali sopravvenuti e sopravvenienti”, commenta Fadiga. “Non vi è dubbio quindi che scontiamo un ritardo normativo considerevole rispetto all’evoluzione della società e a quelli che sono spesso definiti come gli 'imperativi della modernità'- conclude il Garante-. Come questo possa assicurare una risposta efficace alle esigenze affettive dei minori e in particolare al diritto dei minori ad una famiglia, riesce davvero arduo immaginare”.


(jf)

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