Allontanamento dei minori? Solo a certe condizioni

14.03.2016

Allontanamento dei minori? Solo a certe condizioni

L’allontanamento di un minore dai genitori è “un inter­vento di protezione che a volte si rende neces­sario, ma che va effettuato a certe precise con­dizioni fissate dalla legge”: nello specifico “deve avvenire solo in caso di necessità e nell’interesse preminente del fanciullo, deve essere deciso dall’autorità giudi­ziaria competente nel rispetto delle regole pro­cessuali e le parti, e tale è anche il minore, devono poter fare appello contro la decisione del giudice”.

 

A ribadirlo è Luigi Fadiga, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, nel corso del convegno, da lui stesso promosso insieme al Cismai, “Prevenire il maltrattamento - dalla rilevazione precoce all’intervento appropriato”: un appuntamento durante cui la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa e la presidente Cismai Gloria Soavi hanno presentato il quaderno L’appropriatezza degli allontanamenti nelle famiglie maltrattanti”, una ricerca-azione in Emilia-Romagna voluta dal Garante e realizzata dal Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia.

La ricerca, ha spiegato Fadiga, nasce dall’esigenza di cono­scere se e come alcuni tra i principali diritti riconosciuti ai minori d’età dalla Convenzio­ne delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo siano garan­titi nel territorio della Regione, se la loro appli­cazione presenti delle criticità, se e in che modo possano essere più e meglio assicurati. Si tratta del diritto del minore a essere allevato dai propri genitori e del diritto di essere difeso da violenze e maltrattamenti. L’articolo 7 della Convenzione stabilisce infatti che il fanciullo fin dal momento della nascita ha dirit­to di essere allevato dai genitori, e il successivo art. 9 impone agli Stati membri di vigilare affin­ché tale diritto sia attuato e rispettato. La stessa norma tuttavia prevede l’ipotesi che un allonta­namento dai genitori possa talvolta rendersi ne­cessario, “ad esempio quando i genitori maltrat­tano o trascurano il fanciullo”. In questi casi entra in gioco un altro diritto, previsto dall’art. 19 della Convenzione stessa: il diritto del fanciullo di esse­re difeso da “ogni forma di violenza o aggressio­ne fisica o psichica, di abbandono, di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento, compresa la violenza sessuale.

Il Garante ricorda come il bilanciamento tra i due diritti sia compito dell’autorità giudiziaria, che in questa ope­razione non potrà non tenere conto del cri­terio previsto dall’art. 3 della Convenzione e del diritto del minore di essere ascoltato. L’allontanamento dai genitori è quindi un inter­vento di protezione che a volte si rende neces­sario, ma che va effettuato a certe precise con­dizioni fissate dalla legge. Deve avvenire solo in caso di necessità e nell’interesse preminente del fanciullo; deve essere deciso dall’autorità giudi­ziaria competente nel rispetto delle regole pro­cessuali; le parti (e tale è anche il minore) devono poter fare appello contro la decisione del giudice. Accanto a queste condizioni di natura giuridica, altre ve ne sono di natura tecnica non meno im­portanti, che riguardano l’appropriatezza dell’al­lontanamento. La professionalità e la preparazio­ne specifica dei servizi sociosanitari coinvolti sono determinanti: come preparare l’allontanamento; come assicurare la tempestività della cura; come rapportarsi con le persone interessate, a comin­ciare dal minore che ha diritto di essere ascoltato; come gestire il periodo di allontanamento; qua­li soluzioni individuare nell’immediato e quali in prospettiva; come rapportarsi in modo attivo con la magistratura, nel rispetto rigoroso dei rispettivi compiti e ruoli.

La giornata a cui ha portato il suo saluto la Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali dell’Emilia Romagna è stata l’occasione per approfondire anche aspetti specifici come la rilevazione precoce del maltrattamento, grazie ai contributi da Silvana Borsari e Giovanni Visci, e l’intervento appropriato nei casi di maltrattamento, con gli interventi di Marianna Giordano e Gianni Fulvi.

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