Visite in carcere e colloqui con i detenuti
Le visite, anche non annunciate, gli incontri, i colloqui e la corrispondenza con la popolazione ristretta, costituiscono l’attività di prevenzione e vigilanza sulle condizioni di vita dei detenuti dell’Ufficio del Garante regionale e sono oggetto del suo lavoro.
Le Convenzioni europee e globali, per la tutela dei diritti fondamentali delle persone in condizione di restrizione della libertà personale, affidano un ruolo centrale alla prevenzione delle situazioni potenzialmente lesive della dignità ed integrità delle persone nella quotidianità della vita ristretta.
Il Garante regionale è perciò chiamato a visitare tutti i luoghi di privazione della libertà, con un mandato la cui estensione ricomprende:
- l’ex Ospedale psichiatrico giudiziario (OPG) ora sezione per gli artt. 111 D.P.R. 230/2000 e 148 c.p.,
- le due Residenze regionali per l’esecuzione delle misure di sicurezza (REMS),
- la Casa di lavoro di Castelfranco Emilia,
- le Camere di sicurezza presso le Forze di polizia,
- l’Istituto penale minorile (IPM), il Centro di Prima Accoglienza per Minori d’età arrestati (CPA), la Comunità Ministeriale per minorenni,
- le Strutture dove si attuano Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO),
- le Comunità terapeutiche in quanto ospitanti persone in esecuzione penale,
- ogni altro luogo dove si trovano persone private o limitate nella libertà personale.
Inoltre contribuisce a garantire i diritti delle persone presenti nei centri di prima accoglienza e nei centri di assistenza temporanea per stranieri.
Il Garante regionale aderisce al progetto FAMI, del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, per il monitoraggio del rimpatrio forzato degli stranieri.