Garante Marighelli: L’accesso alle misure alternative alla detenzione in aumento del 56 per cento negli ultimi tre anni

30.10.2020

Garante Marighelli: L’accesso alle misure alternative alla detenzione in aumento del 56 per cento negli ultimi tre anni

“La crisi dovuta alla pandemia ha portato in evidenza i nodi e le criticità del carcere, ma ha messo in luce anche quello che di buono è stato fatto. Va riconosciuto l’impegno di tutti: dirigenti e operatori penitenziari, dei medici e degli operatori sanitari e anche dei lavoratori detenuti, per far fronte alle difficoltà, nonostante le rivolte e le criticità di marzo. Anche il volontariato e la scuola non hanno fatto mancare la loro voce ideando e realizzando progetti come Liberi dentro- Eduradio e Non è mai troppo tardi 2020. La regione è riuscita a tenere alto il livello dell’assistenza e la garanzia della salute per la popolazione carceraria”.

Il Garante delle persone private della libertà personale Marcello Marighelli ha partecipato ieri all’iniziativa Carcere e territorio: il termometro dei diritti organizzata dall’associazione Antigone.

“Se invece del termometro usiamo il metro – ha proseguito il Garante – notiamo la distanza tra le previsioni normative e la concreta situazione delle carceri. Si evidenzia un deficit organizzativo che si manifesta in una strutturale carenza di organici e di spazi, anche gli istituti della nostra regione vivono una situazione di sovraffollamento e non dispongano di spazi per attività lavorative e formative, che invece sono previsti dall’Ordinamento penitenziario. La conseguenza? Il carcere non è in grado di assorbire tutta l’offerta di attività formative e lavorative che il territorio può offrire, per mancanza di laboratori, attrezzatura e di personale. Per ogni detenuto entro 6 mesi dall’ingresso in carcere dovrebbe essere definito un programma di trattamento per il reinserimento sociale, ma con l’organico attuale è quasi impossibile”.

Il rapporto tra carcere e territorio, in epoca Covid in particolare, il dentro, il fuori, i rientri in carcere per recidiva erano i temi al centro dell’iniziativa, che ha visto la partecipazione anche di Elly Schlein e gli interventi di Francesca Cancellaro, Mariachiara Gentile e Alvise Sbraccia.

Il Garante ha evidenziato la crescita costante in regione delle persone in esecuzione penale esterna e la relazione virtuosa tra Uiepe e territorio. L’accesso alle misure alternative alla detenzione in carcere ha avuto negli ultimi tre anni un incremento di oltre il 56 per cento.

Marighelli in chiusura ha poi accennato alla popolazione straniera in carcere, presente in maniera maggioritaria e fortemente penalizzata nell’accesso alle misure alternative. Nel 2019 su un totale di 4.647 persone in esecuzione penale esterna solo il 26 per cento erano stranieri. “Non è solo una questione di povertà – ha sottolineato il Garante – ma spesso anche di relazioni, ad esempio la perdita del permesso di soggiorno conseguente al reato commesso non permette loro di accedere alle misure alternative, è difficile costruire una prospettiva di risocializzazione quando il futuro è più che mai incerto”.

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