Convegno su detenzione transessuale: dall'esperienza di Reggio Emilia all'Italia

10.03.2025

Convegno su detenzione transessuale: dall'esperienza di Reggio Emilia all'Italia

In un carcere dell’Emilia-Romagna, quello di Reggio Emilia, sono rinchiuse mediamente 10 delle 70 detenute transgender presenti nei penitenziari del paese. Si tratta di una minoranza penitenziaria. Di un gruppo di persone che aggiungo agli effetti della privazione della libertà personale quelli legati a discriminazioni specifiche. La prima tra queste è quella di essere considerato troppo spesso una parte “diversa” del sistema penitenziario. Nel rapporto annuale del 2024, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti afferma che “in linea di principio, le persone transgender dovrebbero essere collocate nella sezione del carcere corrispondente al sesso a cui si identificano”, e quindi a prescindere da quello che c’è scritto sui loro documenti. La reclusione nelle sezione protette delle persone transgender, più sicure ma sempre all’interno di carceri maschili comporta problemi di accesso alle attività trattamentali (cultura, scuola, lavoro, etc.) aprendo così la strada alla violazione dei loro diritti.

Il convegno realizzato in preparazione della giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia del 17 maggio vuole essere una occasione di confronto sul tema della detenzione delle persone transgender in Italia.

CONVEGNO PROMOSSO DA:
Garante delle persone sottoposte a misure restrittive e limitative della libertà personale della Regione Emilia-Romagna
Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria dell'Emilia-Romagna e Marche

Azioni sul documento