A scuola di diritti dalla Garante dei detenuti

22.05.2013

A scuola di diritti dalla Garante dei detenuti

Si è concluso la scorsa settimana il Seminario dedicato alle figure di garanzia dei diritti delle persone private della libertà personale riservato agli studenti del corso di Diritto penitenziario della Scuola di Giurisprudenza di Bologna.  Un percorso articolato in quattro lezioni, affidato alla docenza della Garante dei diritti dei detenuti della Assemblea legislativa Emilia-Romagna, Desi Bruno.

 

L’attività si inserisce nell’ambito della Convenzione tra Garante dei detenuti e il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Alma Mater, allo scopo di favorire una più puntuale conoscenza delle figure che l’ordinamento pone a presidio dei diritti delle persone che, a qualunque titolo, si trovano a vivere all’interno di una istituzione totale. Anche se la pena detentiva dovrebbe privare il condannato esclusivamente della libertà di locomozione, nei fatti tutti gli altri diritti fondamentali della persona risultano compromessi dall’esperienza della reclusione. Da qui, l’esigenza di figure di garanzia dotate di indipendenza e degli adeguati strumenti giuridici per garantire una piena vigilanza sulle condizioni di vita e sul rispetto della legalità nei luoghi di privazione della libertà personale.

Il corso si è quindi concentrato sulle funzioni e sui provvedimenti della Magistratura di Sorveglianza, per poi passare alla presentazione della figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale nell’esperienza italiana. Interessante il taglio proposto, che ha saputo alternare alla presentazione degli elementi teorici (come il diritto di reclamo e il problema della natura delle decisioni sul reclamo p la modifica dell’articolo dell’Ordinamento penitenziario che ha consentito anche ai Garanti la visita agli istituti penitenziari senza necessità di preventiva autorizzazione) anche svariate suggestioni derivanti dal lavoro quotidiano a contatto con le persone private della libertà personale. Con particolare riferimento al ruolo del Garante, poi, notevole importanza è stata riservata alla sua dimensione di “mediazione” tra “dentro” e “fuori” come fondamentale strumento di intervento e alla costante attività di informazione e sensibilizzazione sui temi dei diritti umani e della pena.

 

“Ho trovato negli studenti degli interlocutori particolarmente attenti e interessati alle tematiche esposte, è importante che anche in ambito accademico venga promossa una cultura della legalità che non si traduca esclusivamente nella conoscenza della normativa, ma che sappia mettere in luce tutte le contraddizioni del sistema, per superarle - spiega Bruno -: magistratura di sorveglianza, garanti, rappresentanti delle istituzioni, società civile, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie prerogative, lavorano tutti con un obiettivo comune, e cioè assicurare anche agli ultimi della società il rispetto di quei diritti fondamentali che non possono essere negati a nessuno, qualunque sia la colpa commessa”.

 

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