Formazione regionale per gli operatori in area penale
Finire di scontare la propria pena, uscire dal carcere con i documenti di riconoscimento scaduti ed essere irreperibile per l’anagrafe, avere difficoltà nel valorizzare le esperienze lavorative e formative su cui ci si è impegnati nel periodo della detenzione non è uno scenario così irreale per chi ha vissuto diversi anni della sua vita in una “realtà parallela” come quella carceraria, anzi: può diventare un vero e proprio ostacolo, soprattutto nell’ottica del reinserimento nella società.
Questo è il quadro all’interno del quale hanno preso avvio i percorsi formativi promossi dal Garante in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria e l’Ufficio Interdistrettuale per l’Esecuzione Penale Esterna, inizialmente rivolti a chi lavora negli sportelli dimittendi - ovvero i presidi all’interno delle carceri per i detenuti che si apprestano a tornare in libertà - e poi allargati a tutto il personale interessato e ai soggetti individuati ogni volta secondo la loro pertinenza con i diversi ambiti di approfondimento dell’attività formativa.
Il percorso è partito nel 2017 e nel corso delle sue 5 edizioni ha poi allargato l’orizzonte e affiancato ai temi più legati alla transizione dalla detenzione alla libertà - come l’anagrafe, la ricerca del lavoro e la stesura del curriculum vitae, il lavoro volontario gratuito in progetti di pubblica utilità, il sostegno al reddito - anche ambiti che caratterizzano la vita detentiva - come la comunicazione nell’intercultura, il ruolo del volontariato che connette il carcere alla città, la genitorialità in carcere e la gestione di eventi critici e di situazioni ad alta conflittualità in contesti di privazione della libertà. Una evoluzione che ha caratterizzato il pecorso come proposta di formazione congiunta tesa a valorizzare il lavoro e le esperienze in essere e al contempo a sviluppare un confronto tra operatori ed esperti finalizzato ad una crescita professionale comune.
Il sostegno e l’accompagnamento dei detenuti nella fase della dimissione sono obiettivi contenuti nel Protocollo d’Intesa tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna del 1998 e nel successivo Protocollo operativo (pdf, 875.0 KB) del 2014 che promuove interventi congiunti tra Regione e Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria volti all’umanizzazione della pena.
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