Nessun essere umano è clandestino

12.04.2013

Nessun essere umano è clandestino

Anche l’agenzia di stampa Adnkronos ha detto no alla parola “clandestino”.

La scelta di Adnkronos fa seguito a quella dell’Ansa e a quelle delle altre agenzie di stampa, Dire e Redattore sociale, che già dal 2008 avevano cancellato dal proprio vocabolario i termini “clandestino” ed “extracomunitario”, su invito della Carta di Roma, redatta a settembre del 2007.

Lo ha comunicato l’agenzia stessa all’inizio del mese:


Roma, 4 apr. (Adnkronos) - Raccogliendo la sollecitazione di Carta di Roma e la storica battaglia condotta dalla presidente Laura Boldrini, l’agenzia Adnkronos annuncia che i suoi lanci non conterranno più la parola 'clandestino' riferita alle persone immigrate. Faranno eccezione solo le eventuali dichiarazioni contenute in comunicati stampa e riportate tra virgolette. Anche nella trascrizione delle interviste e delle dichiarazioni raccolte, la parola 'clandestino' sarà evitata, a meno che essa non sia ritenuta indispensabile-opportuna per chiarire il pensiero dell'intervistato o per riprodurre fedelmente il linguaggio dello stesso.


Cos’è la Carta di Roma- La Carta di Roma è un codice etico stipulato nel 2007 dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che invita i giornalisti e i media ad un corretto uso del linguaggio nel trattare alcuni temi che riguardano immigrati, rifugiati politici, richiedenti asilo. La Carta è stata redatta su proposta di Laura Boldrini in seguito al linciaggio mediatico di Azouz Marzouk, accusato ingiustamente di essere il responsabile della “strage di Erba”. Dal dicembre 2011 esiste anche un’Associazione Carta di Roma, che si è costituita con lo scopo di attuare il protocollo deontologico con attività di formazione, seminari, ricerca e monitoraggio dell’informazione in Italia.


Le critiche- La decisione delle agenzie di stampa è stata criticata dai quotidiani Libero e Il Giornale, che vedono nel sollecito di Carta di Roma e nella scelta dei giornalisti di aderire nient’altro che una sviolinata nei confronti dell’attuale presidente della Camera Laura Boldrini, che è stata portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati e la prima promotrice del ritorno a un corretto uso delle parole nei confronti dei migranti. Alla critica, l’Ordine dei Giornalisti ha risposto con un comunicato stampa in cui si definisce “rigorosa” la scelta di non usare la parola “clandestino”, mentre la carta di Roma sollecita anche le altre agenzie ad un corretto uso del linguaggio giornalistico.


La campagna Drop the I-Word- Il sollecito degli scorsi giorni della Carta di Roma nei confronti della stampa italiana è arrivato sull’onda di una campagna simile condotta negli Stati Uniti, a cui hanno aderito il quotidiano più famoso del mondo, il New York Times, e l’agenzia di stampa più famosa del mondo, l’Associated Press: Drop the I-Word. La parola che inizia per “i” a cui ci si riferisce è “illegal”.

“Illegal immigrant” è l’equivalente di “immigrato clandestino”, e il claim della campagna è «I will not call any human being "illegal."» («Non chiamerò nessun essere umano ”illegale”»): l’Associated Press e il New York Times si impegnano dunque a non riferirsi più con l’espressione “illegal immigrant” per parlare di persone senza permesso di soggiorno. L’agenzia ha comunicato questa decisione sul suo blog, in cui spiega che “illegale” è un aggettivo che può descrivere azioni, non individui.

La campagna Drop the I-Word è stata lanciata da migranti e associazioni statunitensi per prevenire gli effetti negativi della comunicazione giornalistica nel trattare argomento delicato come quello dei cittadini stranieri: generalizzazione, stereotipizzazione, se non vero e proprio errore nella definizione dello status di determinate persone o gruppi di persone, che portano il dibattito e l’opinione pubblica a pensare male e parlare male di situazioni e problemi che invece meritano la giusta definizione e la giusta comprensione.

Per non alimentare xenofobia e razzismo è meglio, secondo i promotori della campagna, usare definizioni più corrette, come ad esempio “senza documenti” o “non autorizzato”.


E in Italia?- Per quanto riguarda invece le alternative a “clandestino”, ce ne sono per tutti i gusti. La Carta di Roma nelle sue linee guida suggerisce:


A seconda dei casi, e avendo cura che l’utilizzo sia il più appropriato, è possibile usare parole come “irregolari”, “rifugiati”,“richiedenti asilo”. Sono sempre disponibili e spesso preferibili le parole più semplici e più neutre: “persone”, “migranti”, “lavoratori”. Altre locuzioni come “senza documenti”, o “senza carte”, o “sans papiers” definiscono un’infrazione amministrativa ed evitano di suscitare immagini negative e stigmatizzanti.

Azioni sul documento