Traffico di migranti: contribuiamo a definire la nuova normativa europea

31.01.2016

Traffico di migranti: contribuiamo a definire la nuova normativa europea

La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla normativa europea per raccogliere opinioni al fine di comprendere quali strumenti è necessario introdurre per migliorare la normativa vigente.

Nel corso degli anni  l’Ue ha visto un progressivo aumento del flusso migratorio, fino all’impennata dell’ultimo anno, soprattutto a causa delle crisi politiche e delle situazioni di guerra alle frontiere esterne dell’UE.

Gli ultimi dati di Eurostat- Secondo Eurostat, a settembre 2015 le prime domande di asilo nell’UE erano 808mila con un aumento del 94% sull’anno precedente. Il numero di domande è salito del 91% in Italia, ma molto di più in altri paesi. Rispetto al trimestre precedente gli incrementi più elevati di prime domande di asilo sono stati registrati in Finlandia (+842%), Ungheria (+231%), Svezia (+197%), Belgio (+191%), Lussemburgo (+154%), Paesi Bassi (+136%), Danimarca (+121%), Polonia (+110%) e Italia (+91%). Le provenienze più rappresentate tra le persone che hanno fatto la prima domanda di asilo sono la Siria, l’Iraq e l’Afghanistan.
Questo enorme flusso è gestito in larga misura da reti criminali che ne ricavano ingenti profitti e trattano i migranti in maniera disumana.
Secondo i calcoli dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), nel 2015 hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo 3.771 migranti, di cui circa 700 bimbi. Considerando che la stessa OIM stima che nel mondo i migranti morti nel 2015 siano 5.350 capiamo che nel Mediterraneo si sta consumando una vera e propria emergenza umanitaria.

Normativa contro il traffico dei migranti- La normativa UE attualmente in vigore per prevenire e ridurre il traffico irregolare dei migranti si basa su due atti: la direttiva 2002/90/CE, volta a definire il reato di favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali, e la decisione quadro 2002/946/GAI, relativa al rafforzamento del quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali.

Si pone ora con forza il problema di adeguare l’attuale legislazione comunitaria sul traffico dei migranti, per mettere ordine e consentire all’UE ed agli Stati membri di rafforzare la risposta contro i trafficanti e la criminalità organizzata.

Per questa ragione è stata indetta la consultazione pubblica sulla normativa europea, rivolta ad autorità pubbliche, imprese, organizzazioni attive nel campo dei diritti umani e dell’immigrazione, cittadini e mondo accademico, che potranno esprimere il proprio parere e suggerire alla Commissione in che modo intervenire sulla materia.

Per partecipare alla consultazione pubblica sulla normativa europea (entro il 6 aprile 2016) clicca qui.


IL QUADRO DELLE NORMATIVE DELL'UE SULLA MIGRAZIONE

 

Base giuridica - La base giuridica della politica dell’immigrazione UE risiede negli articoli 79 e 80 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE).

Competenze UE - Migrazione legale: l'Unione ha la competenza di definire le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che entrano e soggiornano legalmente in uno degli Stati membri, anche a fini di ricongiungimento familiare. Gli Stati membri conservano ancora la facoltà di stabilire i tassi di ammissione di persone provenienti da paesi terzi in cerca di lavoro.

Integrazione: l'Unione può fornire incentivi e sostegno a favore di misure adottate dagli Stati membri al fine di promuovere l'integrazione di cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente nel paese; tuttavia, non è prevista un'armonizzazione degli ordinamenti e delle regolamentazioni degli Stati membri.

Lotta contro l'immigrazione clandestina: l'UE deve prevenire e ridurre l'immigrazione irregolare, in particolare attraverso una politica di rimpatrio efficace che rispetti debitamente i diritti fondamentali. Un immigrato in una situazione di irregolarità è una persona che entra nell'Unione senza autorizzazioni o visto adeguati o che si trattiene dopo la scadenza del visto.

Accordi di riammissione: l'UE ha la competenza di stipulare accordi con i paesi terzi per la riammissione nel paese di origine o di transito di cittadini di paesi terzi che non soddisfano o non soddisfano più le condizioni di ingresso, presenza o soggiorno in uno degli Stati membri.

Obiettivil'Unione mira a instaurare un approccio equilibrato per occuparsi di migrazione legale e per contrastare l'immigrazione illegale. La corretta gestione dei flussi migratori comporta anche la garanzia di un trattamento equo dei cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente negli Stati membri, il rafforzamento delle misure di lotta all'immigrazione clandestina e la promozione di una cooperazione più stretta con i paesi terzi in tutti i settori. L'Unione si prefigge di sviluppare un livello uniforme di diritti e doveri per gli immigrati legali, paragonabile a quello dei cittadini europei. Secondo il trattato di Lisbona, le politiche d'immigrazione sono governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario (articolo 80 del TFUE).

LA POLITICA DELL'UE SULLA MIGRAZIONE

Traffico irregolare dei migranti - Nel 2002 l’Ue si occupa di prevenire e ridurre il traffico irregolare dei migranti. Tale politica si basa su due atti: la direttiva 2002/90/CE, volta a definire il reato di favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali, e la decisione quadro 2002/946/GAI, relativa al rafforzamento del quadro penale per la repressione del favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali.

Fra il 2008 e il 2011: nel 2008 la Commissione europea pubblica le Comunicazioni “Una politica d'immigrazione comune per l'Europa” e “Rafforzare l'approccio globale in materia di migrazione: aumentare il coordinamento, la coerenza e le sinergie“ e la successiva Comunicazione "L'approccio globale in materia di migrazione e mobilità", del 2011. Con queste comunicazioni l’Ue cerca di aumentare e rendere più efficace la cooperazione con i Paesi terzi dai quali provengono i migranti.

"L'approccio globale in materia di migrazione e mobilità", adottato dalla Commissione nel 2011, stabilisce un nuovo quadro generale per quanto concerne i rapporti dell'Unione con gli Stati terzi in materia di migrazione. L'approccio è fondato su quattro pilastri: migrazione legale e mobilità, immigrazione irregolare e tratta degli esseri umani, protezione internazionale e politica in materia di asilo, nonché aumento dell'incidenza della migrazione e della mobilità sullo sviluppo. In tale approccio, i diritti fondamentali dei migranti rappresentano una questione trasversale.
"L'approccio globale" è incentrato sul dialogo regionale e bilaterale tra i paesi d'origine, di transito e di destinazione. Uno dei principali strumenti dell'approccio globale consiste nella possibilità di concludere "partenariati per la mobilità" con i paesi terzi. Tali partenariati non comprendono unicamente gli accordi di riammissione, bensì tutta una serie di misure che vanno dall'aiuto allo sviluppo all'agevolazione per il rilascio del visto temporaneo di ingresso, a misure sulla migrazione circolare e alla lotta contro la migrazione clandestina

Nel 2014 la Comunicazione “Un’Europa Aperta e sicura: come realizzarla” apre la strada all’approvazione nel Consiglio europeo di giugno degli "Orientamenti strategici della programmazione legislativa e operativa nel quadro dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia" per il periodo 2014-2020”. Non si tratta più di un programma ma di orientamenti incentrati sul recepimento, l'attuazione e il consolidamento degli strumenti giuridici e delle misure esistenti. In essi si sottolinea la necessità di mettere in atto un approccio globale in materia di migrazione, utilizzando nel miglior modo possibile la migrazione legale, offrendo protezione a coloro che ne hanno bisogno, contrastando la migrazione irregolare e gestendo in modo efficace le frontiere.

Nel 2015, l’UE ha dovuto fronteggiare un aumento delle migrazioni con richiesta di asilo a causa della recrudescenza di situazioni di guerra ai propri confini esterni, ed ha adottato l’Agenda Ue sull’immigrazione e l’Agenda sulla sicurezza.

L'Agenda UE sull’immigrazione propone misure immediate per affrontare la situazione di crisi che regna nel Mediterraneo e delinea le iniziative da varare nei prossimi anni per gestire meglio la migrazione in ogni suo aspetto.
Nel medio e lungo periodo la Commissione propone orientamenti in quattro direzioni: ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare; gestire le frontiere salvando vite umane e garantendo la sicurezza; sviluppare una politica comune forte in materia di asilo facendo riferimento all'attuazione del sistema comune europeo in materia di asilo, ma anche valutando e, se del caso, revisionando il regolamento di Dublino nel 2016; e infine, attuare una nuova politica in materia di migrazione legale attraverso la modernizzazione e il riesame del sistema della "carta blu", fissando nuove priorità sul fronte delle politiche di integrazione e ottimizzando i vantaggi della politica migratoria per le persone e i paesi di origine, rendendo ad esempio meno costosi, più rapidi e più sicuri i trasferimenti delle rimesse.
Tra le misure d'urgenza, la Commissione ha triplicato immediatamente le capacità e le risorse disponibili nel 2015 e 2016 per le operazioni congiunte Triton e Poseidon di Frontex, sulla base di un progetto rettificativo di bilancio per il 2015 e di un nuovo piano operativo. In particolare, ha avanzato proposte concrete per dare corpo al principio di solidarietà enunciato all'articolo 8 del TFUE: ovvero proponendo, da una parte, un meccanismo temporaneo di ripartizione dei richiedenti asilo da completare entro il 2015 mediante la proposta di un sistema europeo permanente di ricollocazione in situazioni urgenti di forte afflusso; e dall'altra, prevedendo un programma di reinsediamento a livello di Unione per i profughi con evidente bisogno di protezione internazionale in Europa. Infine, l'Agenda propone l'esame, nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), di un'eventuale operazione nel Mediterraneo al fine di smantellare le reti di trafficanti di esseri umani e contrastare il traffico di migranti.

Infine, va citato uno strumento internazionale cui l’UE e gli Stati membri aderiscono:il Protocollo per combattere il traffico di migranti per via terrestre, aerea e marittima, allegato alla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Lo scopo di questo protocollo è prevenire e combattere questo tipo di traffico, promuovere la cooperazione tra gli Stati firmatari e tutelare i diritti delle vittime. Questo protocollo è stato aggiunto alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata, al fine di disporre di uno strumento internazionale contro il traffico clandestino di migranti.

Migrazione legale e migrazione irregolare

La Migrazione legale - La direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati introduce la cosiddetta "Carta blu dell'UE", una procedura accelerata per il rilascio di un permesso speciale di soggiorno e di lavoro in condizioni più allettanti per i lavoratori di paesi terzi, affinché possano coprire un impiego altamente qualificato negli Stati membri. La prima relazione concernente la messa in atto della citata direttiva è stata pubblicata nel maggio 2014, e la Commissione intende proporre un riesame del sistema esistente che in realtà funziona soltanto in un numero estremamente limitato di Stati membri.

La direttiva sul permesso unico (2011/98/UE) definisce una procedura comune e semplificata per i cittadini di paesi terzi che presentano domanda di permesso di soggiorno e di lavoro in uno Stato membro e stabilisce altresì un insieme comune di diritti per gli immigrati che soggiornano legalmente in uno Stato membro. La prima relazione sulla sua attuazione è prevista per dicembre 2016.

La direttiva 2014/36/UE, adottata a febbraio 2014, disciplina le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi per motivi di impiego in qualità di lavoratori stagionali. I lavoratori stagionali possono soggiornare legalmente e temporaneamente nell'UE per un periodo massimo compreso tra cinque e nove mesi (a seconda dello Stato membro) per esercitarvi un'attività soggetta al ritmo delle stagioni, conservando nel contempo la propria residenza principale in un paese terzo. La direttiva precisa inoltre i diritti di cui godono tali lavoratori migranti.

La direttiva 2014/66/UE, adottata il 15 maggio 2014, stabilisce le condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di paesi terzi nell'ambito di trasferimenti intra-societari. Tale nuova direttiva, che verrà attuata entro il 29 novembre 2016, consentirà alle imprese e alle società multinazionali di semplificare il distacco temporaneo dei relativi manager, specialisti e tirocinanti nelle filiali e succursali ubicate nell'Unione europea. La prima relazione sulla sua attuazione è prevista per novembre 2019.

Il 25 marzo 2013, la Commissione ha presentato una nuova proposta di direttiva (COM(2013) 0151) volta a migliorare gli strumenti legislativi che si applicano ai cittadini di paesi terzi che cercano di entrare nell'Unione per motivi di ricerca o studio (direttive 2004/114/CE e 2005/71/CE).

Infine, lo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo nell'Unione europea è ancora disciplinato dalla direttiva 2003/109/CE del Consiglio, modificata nel 2011 per estendere l'ambito di applicazione ai rifugiati e ad altri beneficiari di protezione internazionale.

L’ integrazione - La direttiva 2003/86/CE reca disposizioni concernenti il diritto al ricongiungimento familiare. La relazione del 2008 sull'applicazione della direttiva è giunta alla conclusione che tale diritto non veniva applicato pienamente e correttamente all'interno degli Stati membri: nel 2011 è stato di conseguenza pubblicato un Libro verde che ha dato il via a un processo di consultazioni pubbliche. Ad aprile 2014 la Commissione ha pubblicato una comunicazione contenente orientamenti destinati agli Stati membri e concernenti le modalità di applicazione della direttiva.

Nell'aprile del 2010 la Commissione ha presentato la terza edizione del "Manuale sull'integrazione per politici e operatori" e nel luglio del 2011 ha adottato l'Agenda europea per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi. Inoltre, dal 2009 sono in vigore due strumenti che sono stati creati per affrontare il tema dell'integrazione, ovvero il Forum europeo sull'integrazione (organizzato dalla Commissione e dal Comitato economico e sociale europeo) e il portale europeo sull'integrazione (http://ec.europa.eu/ewsi/en/). Nel gennaio 2015 il Forum europeo sull'integrazione ha esteso il suo ambito di azione trasformandosi in Forum europeo sulla migrazione. Il prossimo incontro del Forum europeo sulla migrazione si terrà a Bruxelles il 6-7 aprile 2016.

Migrazione irregolare - L'Unione ha adottato due atti normativi fondamentali per la lotta contro la migrazione irregolare: 

  • La "direttiva sui rimpatri" (2008/115/CE) che reca norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Gli Stati membri dovevano applicare la direttiva entro il 24 dicembre 2010. La prima relazione sulla sua attuazione è stata approvata nel marzo 2014 e ha messo in rilievo gli sviluppi positivi e le sfide future. Principalmente occorrono ulteriori interventi sul fronte, tra l'altro, della corretta attuazione della direttiva, della promozione di pratiche coerenti e compatibili con i diritti fondamentali, del miglioramento della cooperazione tra gli Stati membri e del potenziamento del ruolo di Frontex.
  • La direttiva 2009/52/CE specifica le sanzioni e i provvedimenti che gli Stati membri sono tenuti ad applicare nei confronti di datori di lavoro che violano il divieto di impiegare cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Gli Stati membri dovevano applicare la direttiva entro il 20 luglio 2011. La prima relazione concernente l'attuazione della citata direttiva è stata presentata il 22 maggio 2014.

 

Al contempo, l'Unione sta negoziando e concludendo accordi di riammissione con i paesi di origine e di transito al fine di rimpatriare i migranti irregolari e di cooperare nell'ambito della lotta contro la tratta di esseri umani. Detti accordi includono impegni in materia di cooperazione reciproca tra l'Unione e i paesi terzi partner. Si sono conclusi i negoziati e sono entrati in vigore gli accordi con Hong Kong, Macao, Sri Lanka, Albania, Russia, Ucraina, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Pakistan, Serbia, Moldova, Georgia, Armenia, Azerbaigian e Capo Verde. Nel febbraio 2014 il Parlamento ha dato la sua approvazione alla conclusione di un accordo di riammissione con la Turchia.

Stefania Fenati

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