Consiglio europeo: Accordo raggiunto su Budget UE e NextGenerationEU

Dopo numerose sedute a Bruxelles, i 27 Capi di Stato e di Governo hanno finalmente trovato l’accordo sul Quadro Finanziario Pluriennale dell’UE (QFP), nonché sul Piano di Ripresa, in sede di Consiglio europeo del 10 e 11 Dicembre.

Il suo Presidente Michel ha manifestato la propria soddisfazione relativamente all’esito delle trattative, dichiarandosi pronto a perseguire gli sforzi con la fase attuativa, e rilanciare finalmente le economie degli Stati Membri.

Fino a questo momento, infatti, l’accordo sul QFP e sul Recovery and Resilience Facility era stato ostacolato dalla minaccia di veto di Budapest e Varsavia, i cui rispettivi Governi qualificavano come ‘un intollerabile ricatto’ la previsione di vincolare i fondi del Pacchetto di Ripresa al rispetto dello stato di diritto. Noto anche come meccanismo di condizionalità, tale sistema avrebbe di fatto impedito l’arrivo dei fondi europei per la ripresa nelle casse di quei Paesi membri in cui il rispetto dei valori fondativi fosse compromesso o anche solo a rischio di violazione.

Come si legge infatti dalle Conclusioni dei Consiglio, ‘l’obiettivo di un Regolamento [UE] su un regime generale di condizionalità per la protezione del budget europeo è proteggere quest’ultimo, incluso NextGenerationEU, la sua corretta gestione finanziaria, e gli interessi finanziari dell’Unione’.

Cosa prevede l’accordo dei 27

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La Presidenza del Consiglio tedesca ha avuto un ruolo efficace nel risolvere l’impasse che da tempo bloccava non solo un accordo sul Recovery and Resilience Facility, ma sull’intero pacchetto – comprensivo anche di QFP.

Il consenso raggiunto riguarda infatti il QFP, il Piano di ripresa e la sua condizionalità al rispetto dello stato di diritto, accompagnato da una precisazione: che ‘la Commissione europea definisca una serie di linee guida – definite di concerto con gli Stati membri – su come sarà applicato il Regolamento disciplinante il meccanismo di condizionalità, accompagnate da una pronuncia interpretativa della Corte di Giustizia’ confermante la legittimità di tale Regolamento.

Le Conclusioni precisano, poi, il carattere di sussidiarietàe di proporzionalitàdel meccanismo: esso cioè verrà espletato solo laddove altri strumenti già esistenti (tra cui il procedimento d’infrazione di cui all’art. 7, TUE[1]) risulterebbero inefficaci per la protezione del budget, e in misura proporzionata rispetto alla violazione perpetrata. Prima ancora dell’attivazione della procedura, si prevede l’avvio di un dialogo informale tra Commissione e Stato membro in questione per dare la possibilità di rimediare alla (presunta) violazione.

Prossimi passaggi

Trattandosi di materie da disciplinare attraverso regolamenti, l’accordo su bilancio europeo e NextGenerationEU (NGEU)deve adesso essere esaminato ed eventualmente approvato dal Parlamento europeo.

A questo saranno accompagnati una consultazione e poi il consenso degli Eurodeputati anche in merito alla Decisione del Consiglio sulle risorse proprie dell’UE e sul sistema della loro attuazione (la cui decisione finale, tuttavia, a differenza di quella sul QFP, spetta esclusivamente al Consiglio, che si dovrà pronunciare all’unanimità).

 

Riflessioni

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Il Recovery and Resilience Facility, meglio noto come Recovery Fund, è il secondo esempio – nella lunga storia dell’UE – della creazione di un debito comune europeo, preceduto dal Programma SURE per sostenere le casse integrazione guadagni nazionali. Entrambi gli strumenti permetteranno l’emissione di debito comune europeo, creando obbligazioni sicure e garantite dal bilancio UE. In caso di future crisi finanziarie, gli investitori potranno acquistare tali euro-obbligazioni, contenendo l’aumento dello spread e assicurando una più efficace ripresa.

Questo avrà risvolti importanti per la solidità dell’Eurozona, rafforzata non solo grazie a questi due strumenti, ma anche grazie alle operazioni avviate dalla Banca Centrale Europea (BCE) di acquisto dei titoli di Stato sui mercati secondari con il Programma PEPP (che risponde alla crisi pandemica) avviato quasi a inizio pandemia.

Infine, attraverso la proposta di Decisione del Consiglio di dotare l’UE di risorse proprie – prevedendo ad esempio l’introduzione di una tassa sui prodotti in plastica non riciclabili o di una tassa sull’importazione di prodotti non rispettanti i limiti di emissioni nocive, o sui profitti delle multinazionali digitali – l’UE continua a manifestare anche la reale intenzione di aumentare la sua capacità di spesa (e di azione) europea, senza più dipendere dalla forza di ciascun singolo Stato a contribuire al budget europeo.

In sostanza, dunque, l’UE par essere avviata verso una maggiore, più concreta solidarietà anche sul piano economico e finanziario.

 

Per leggere le Conclusioni del Consiglio europeo, https://www.consilium.europa.eu/media/47332/1011-12-20-euco-conclusions-it.pdf.



[1] Esso prevede la possibilità di avviare una procedura d’infrazione contro uno o più Stati membri in caso di ‘violazione grave e persistente’ da parte di questi ultimidei valori di cui all’art. 2’, i.e. i valori fondanti l’UE.