Marù: notifiche su verbali devono arrivare via Pec, altrimenti il cittadino può chiedere rimborso

07.05.2020

Marù: notifiche su verbali devono arrivare via Pec, altrimenti il cittadino può chiedere rimborso

“Le notifiche dei verbali di accertamento di violazioni al Codice della strada dovrebbero essere previamente espletate tramite domicilio digitale, se disponibile negli elenchi ufficiali, prima di ricorrere alle vie ordinarie, così come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale e dalle leggi collegate”. Ad affermarlo è il Difensore civico regionaleCarlotta Marù, interpellato da un cittadino che ha rilevato una possibile irregolarità di notifica sia del verbale di accertamento sia della successiva ingiunzione di pagamento.

Il Codice dell’amministrazione digitale, infatti, dispone che “le amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi comunicano con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale dallo stesso dichiarato senza oneri di spedizione a suo carico. Ogni altra forma di comunicazione non può produrre effetti pregiudizievoli per il destinatario”. Le comunicazioni elettroniche trasmesse a uno dei domicili digitali hanno gli stessi effetti giuridici delle comunicazioni a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. L’indirizzo Pec dell’autore della violazione deve essere ricercato, dall’ufficio da cui dipende l’organo accertatore o da chi ha redatto il verbale di contestazione, nei pubblici elenchi per notificazioni e comunicazioni elettroniche.

Nella sostanza, rimarca Marù, “sebbene la notifica nei modi ordinari debba considerarsi comunque idonea a produrre gli effetti di legge, l’applicazione dell’innovazione normativa conserva al cittadino, che abbia subito una procedura di notifica più onerosa, la facoltà di richiedere all’organo accertatore il rimborso delle spese di notifica addebitate con il verbale di contestazione. In questo caso l’interessato ha però l’onere di provare di essere titolare di un valido indirizzo Pec, nonché di averlo inserito in uno degli elenchi ufficiali”.

Il Difensore civico ha quindi invitato il Comune di Bologna a conformarsi alla normativa vigente. L’amministrazione comunale ha subito accolto questa richiesta.

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