Al FestivalFilosofia di Modena un dibattito sulla crescita digitale dei giovani
30.10.2025
Opera di Mastrovito al Festival
Allo spazio culturale Arena, nell’ambito del FestivalFilosofia dello scorso mese, il Difensore civico della Regione Emilia-Romagna Guido Giusti ha riunito 450 persone, tra cui centinaia di studenti dell’istituto Cattaneo-Deledda e del liceo Sigonio, per discutere di un tema cruciale: come crescere nell’era digitale.
Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi, è intervenuta Isabella Conti, assessora regionale al Welfare e alla Scuola, che ha paragonato l’uso smodato della tecnologia al fumo. “Venti anni fa non si riconoscevano i rischi delle sigarette, oggi si ritengono scontati”, ha osservato, sottolineando il dovere delle istituzioni di agire per valorizzare il ruolo del digitale come strumento consapevole e inclusivo.
Il cuore del dibattito si è acceso con il dialogo tra Giusti e l’avvocata penalista e content creator, Francesca Florio. Giusti ha richiamato il saggio di Eli Pariser The Filter Bubble, che descrive l’isolamento prodotto dagli algoritmi delle piattaforme: “Un mondo costruito su ciò che ci è familiare è un mondo dove non c’è nulla da imparare”. Florio ha aggiunto che quelle stesse “camere dell’eco” sono terreno fertile per nuove forme di reato e manipolazione, imponendo al diritto sfide inedite.
La dimensione storico-letteraria è stata offerta da Roberta Dieci, insegnante e content creator, che ha ricordato come ogni innovazione — dalla scrittura al libro — sia stata inizialmente guardata con sospetto per poi diventare motore di progresso: “Non bisogna temere la tecnologia, ma usarla per crescere come società”.
La mattinata si è chiusa con gli interventi di Claudia Giudici, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, e dell’artista Andrea Mastrovito. Giudici ha insistito sulla necessità di proteggere i giovani senza sottrarre loro le opportunità della rete; Mastrovito ha invece coinvolto la platea con cartelli e giochi linguistici, culminati in un video legato a una sua installazione.
“L’evento non voleva offrire risposte definitive,” ha concluso Giusti, “ma restituire un’immagine nitida della posta in gioco: l’educazione digitale riguarda non solo i ragazzi ma anche gli adulti chiamati a guidarli”. In una città che fa della filosofia una pratica collettiva, il messaggio finale è chiaro: crescere consapevoli nel mondo digitale significa andare oltre le certezze preconfezionate e aprirsi alla complessità del reale.
Anna Di Finizio




