La certificazione della parità di genere per migliorare le condizioni di lavoro delle donne

23.11.2023

La certificazione della parità di genere per migliorare le condizioni di lavoro delle donne

La certificazione della parità di genere è stata introdotta dal legislatore nazionale con la Legge n. 162 del 5 novembre 2021. Tale norma ha inserito nel Codice per le Pari Opportunità (D. Lgs. n. 198/2006), l’art. 46 bis, con cui si prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2022 le imprese possano dotarsi della certificazione che attesti le misure in concreto adottate dal datore di lavoro per ridurre il divario di genere all’interno dell’azienda. L’obiettivo del legislatore è quello di accompagnare e incentivare le imprese ad adottare politiche aziendali adeguate a ridurre il gap di genere in tutte le aree maggiormente “critiche” (parità salariale a parità di mansioni, opportunità di crescita, tutela della maternità, politiche di gestione delle differenze di genere), attraverso la creazione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere, che dovrà migliorare le condizioni di lavoro delle donne anche in termini qualitativi, di remunerazione e di ruolo e promuovere la trasparenza sui processi lavorativi nelle imprese.

La certificazione della parità di genere, cos’è? 

Con l’istituzione della certificazione di genere il legislatore nazionale ha dato attuazione a quanto previso dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”), ove la parità di genere è una delle tre priorità trasversali insieme al sostegno ai Giovani, al Mezzogiorno ed al riequilibrio territoriale. Con specifico riferimento alla Certificazione, la Missione 5, Investimento 1.3 del PNRR, prevede proprio l’attivazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, destinando a questa finalità 10 milioni di euro con l’obiettivo che entro il 2026 almeno 800 piccole e medie imprese dovranno ottenere la certificazione e 1.000 aziende dovranno beneficiare delle agevolazioni collegate.

 La certificazione della parità di genere nelle imprese, come funziona? 

Con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità - del 29 aprile 2022, sono stati definiti i parametri per il conseguimento della certificazione, che potrà essere rilasciata unicamente da Organismi di Certificazione Accreditati. Tale decreto individua i parametri minimi per il conseguimento della certificazione in quelli della prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, contenente “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere” che prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performance Indicator - indicatori chiave di prestazione) inerenti alle politiche di parità di genere nelle organizzazioni.

Affinché le azioni di parità di genere siano efficaci, la prassi di riferimento definisce sei aree di indicatori (KPI) attinenti alle differenti variabili che possono contraddistinguere un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere quali:

  • Cultura e strategia;
  • Governance;
  • Processi di gestione delle risorse umane (Hr);
  • Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda;
  • Equità remunerativa per genere;
  • Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

 

Ogni area è contraddistinta da un peso % (fatto 100 il totale del peso delle differenti aree) che contribuisce alla misurazione del livello di partenza dell’organizzazione e rispetto al quale sono misurati gli stati di avanzamento nel tempo. Per ciascuna area di valutazione sono stati identificati degli specifici KPI attraverso i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione attraverso un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alla varietà degli interventi messi in atto o del remediation plan attivato.

 Quali vantaggi per le imprese?

L’ottenimento della certificazione, oltre a rafforzare l’immagine e reputazione aziendale, viene accompagnata una “Premialità di parità”, consistente in:

  • sgravi contributivi riservati alle imprese che siano in possesso della certificazione al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, nel limite dell’1% dei contributi complessivamente dovuti e di € 50.000 annui per ciascuna azienda;
  • punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti;
  • riduzione del 20% della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche;
  • acquisizione di un miglior posizionamento in graduatoria nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture.

 

E’ obbligatoria?

La Prassi di Riferimento è un documento di applicazione volontaria che ha l’ambizione di essere uno strumento per colmare i gap attualmente esistenti nelle imprese e diventare un asset aziendale importante.

Quali tipologie di imprese possono certificarsi?

Qualsiasi tipo di Organizzazione, sia del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività può certificarsi in conformità alla PdR 125/2022.

Chi rilascia la certificazione della parità di genere?

Al rilascio della certificazione della parità di genere provvedono gli organismi di valutazione della conformità accreditati ai sensi del regolamento CE 765/2008. In Italia tali organismi sono solo quelli accreditati da Accredia, l’Ente italiano di accreditamento. L’elenco è consultabile sul sito www.accredia.it

Il ruolo delle OO.SS. e delle/dei Consigliere/i di Parità

Ai fini  del  coinvolgimento delle rappresentanze  sindacali aziendali e delle consigliere e consiglieri territoriali e regionali di parità e per consentire loro di esercitare il controllo e la verifica del rispetto dei requisiti necessari al mantenimento dei parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di  genere alle imprese il datore di  lavoro fornisce annualmente, anche sulla base delle risultanze dell'audit interno, un'informativa aziendale sulla parità di genere che rifletta il grado di adeguamento ad UNI/PdR 125:2022. 

Le rappresentanze sindacali aziendali e le consigliere e consiglieri territoriali e regionali di parità, qualora sulla base dell'informativa aziendale e de  dati risultanti dal Rapporto biennale sulla  situazione del personale maschile e femminile di cui all'art. 46 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 , per le aziende che siano tenute a presentarlo, rilevassero anomalie o criticità, potranno segnalarle all'organismo di valutazione della conformità che ha rilasciato la certificazione della parità di genere, previa assegnazione all'impresa di un termine, non superiore a centoventi giorni, per la rimozione delle stesse.

Misure a sostegno delle imprese per l’ottenimento della certificazione della parità di genere 

Al fine di supportare le imprese di piccole e medie dimensioni e le microimprese nel processo di certificazione, il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, in collaborazione con Unioncamere in qualità di soggetto attuatore, ha pubblicato il 06/11/2023 un avviso pubblico per la concessione di un contributi economici a copertura dei costi di certificazione e per servizi di assistenza tecnica e di accompagnamento, forniti sotto forma di tutoraggio.

L’avviso è consultabile al sito https://certificazioneparitadigenere.unioncamere.gov.it/

Azioni sul documento

Informazioni

Servizio Diritti dei cittadini
Viale Aldo Moro, 50
40127 Bologna
Tel. 051 527.3644
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