In soli tre mesi già dieci denunce di discriminazione sul lavoro alla consigliera di parità Sonia Alvisi (quattro per molestie)

07.03.2018

In soli tre mesi già dieci denunce di discriminazione sul lavoro alla consigliera di parità Sonia Alvisi (quattro per molestie)

Dal giorno della sua elezione, lo scorso gennaio, sono già dieci i casi di discriminazione di genere sul lavoro arrivati sulla scrivania della consigliera regionale di Parità, Sonia Alvisi. E per discriminazioni, in quattro dei dieci casi, si intende molestie. Numeri che, citati durante la Conferenza delle elette, presieduta dalla presidente della commissione Pari opportunità dell’Assemblea legislativa, Roberta Mori e dall’assessora Emma Petitti, rappresentano l’altro lato della medaglia di quel 62 per cento di occupazione femminile che piazza l’Emilia-Romagna tra le regioni europee con il più alto tasso di lavoratrici. Dati che, per la commissione Pari opportunità e per i consiglieri regionali, si traducono in linee guida che tracciano la strada delle future politiche di genere. E quindi sul dover garantire, ha illustrato Alvisi, “la stessa possibilità di avanzamenti di carriera perché a parità di curriculum avanza più facilmente un uomo che una donna”, la stessa parità di retribuzione e sull’essere vigili sui casi di “part time forzato” e su quelli di mobbing.

Un ulteriore passo per la diffusione della cultura della parità è quello che verrà fatto domani 8 marzo a Modena quando verrà firmato il Patto per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile sulle donne. Documento, votato dall’assemblea dei sindaci all’unanimità, che istituirà un tavolo permanente delle politiche di genere in cui prima verranno rilevate le buone pratiche già in atto sul territorio, in un secondo momento ne verranno scelte tre che verranno allargate a tutte le amministrazioni. “Saranno- hanno spiegato Irene Guadagnini (assessora del comune di Modena) e Caterina Liotti (consigliera della provincia di Modena)- gli stessi dipendenti delle amministrazioni locali a formare i colleghi”.

Due le note di preoccupazione emerse durante la conferenza: la difficoltà delle donne nel denunciare, sulla quale Guadagnini chiede di interrogarsi sui motivi profondi, e la mancanza di un’educazione alla sessualità che lascia spazio, ha denunciato Natalia Maramotti, assessora di Reggio-Emilia, “al porno violento che diventa quindi il vero educatore dei ragazzi”. Uno dei motivi della difficoltà a denunciare è stato focalizzato da Rossella Mariuz dell’Udi: “La paura di non essere autonoma”.

Mentre diversi sono gli aspetti positivi scaturiti dal lavoro “trasversale e diffuso”, ha ricordato la presidente Mori, che è anche componente permanente della rete Ready. Uno di questi è il lavoro portato avanti con “il difensore civico per la parità di genere nelle giunte. Un altro è quello “svolto assieme ai centri antiviolenza”. E poi quello con gli assessorati “che ha messo sullo stesso piano uomini e donne anche in settori dell’imprenditoria dove le quote femminili sono ridotte, come l’agricoltura”. Senza dimenticare i focus della conferenza delle elette, ha rimarcato Mori, “che fanno giurisprudenza per le politiche regionali”. E per il futuro “il bilancio di genere ci darà una grande mano, come anche il tavolo di genere oltre al lavoro della commissione parità. C’è soddisfazione- ha chiuso Mori- per ciò che è stato fatto ma c’è anche grande consapevolezza del tanto che ancora deve essere raggiunto”. Nel futuro il bilancio di genere, ha detto l’assessora Petitti, “darà gli strumenti necessari alla sua stesura a tutte le amministrazioni”. E ha annunciato: “A breve verrà presentato anche il secondo bando regionale rivolto alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere”.

A chiusura della conferenza anche le esperienze nel mondo del lavoro raccontate da Claudia Fabbri, del coordinamento regionale del Terziario donna, da Mirella Guicciardi, coordinatrice della commissione pari opportunità degli ordini e collegi professionali dell’Emilia-Romagna, e da Benedetta Rasponi della Cna impresa donna.

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