Donne e lavoro. Incontro a Bologna: “La certificazione di genere per le imprese favorisce la parità”

26.02.2024

Donne e lavoro. Incontro a Bologna: “La certificazione di genere per le imprese favorisce la parità”

“La certificazione di genere per le imprese pubbliche e private, 300 in Emilia-Romagna, che hanno adottato politiche per la riduzione del divario fra donne e uomini in materia di parità salariale a parità di mansioni, opportunità di crescita, tutela della maternità, politiche di gestione delle differenze, favorisce la parità di genere in ambito lavorativo e sociale, anche se il quadro generale rimane connotato da un divario ancora ampio”.

Sulla rilevanza della cerificazione di genere, introdotta per legge nel 2021, sono concordi le imprenditrici, sindacaliste, docenti universitarie e professioniste intervenute al seminario organizzato a Bologna, nella sede dell’Assemblea legislativa, da Sonia Alvisi, consigliera di parità della Regione Emilia-Romagna.

“L’obiettivo del legislatore – spiega la consigliera di parità – è di incentivare le imprese ad adottare politiche aziendali che riducano il gap di genere attraverso la creazione di un sistema nazionale di certificazione. La legge individua i parametri minimi per il conseguimento della certificazione, con l’adozione di specifici indicatori chiave di prestazione. L’obiettivo è di coinvolgere un migliaio di aziende entro il 2026. L’ottenimento della certificazione, oltre a rafforzare l’immagine e la reputazione aziendale, si accompagna a una premialità che consiste in sgravi contributivi, punteggi più alti per la concessione di fondi statali o regionali, riduzione del 20 per cento della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche e migliore posizionamento in graduatoria nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture”.

Sonia Alvisi, poi, traccia un quadro della situazione lavorativa in Emilia-Romagna: “I dati sull’occupazione femminile evidenziano come nel 2023 ci siano state 17.200 assunzioni mentre quelle maschili si sono fermate a 5.600. Le donne, però, faticano a raggiungere posizioni apicali e permangono differenze nelle retribuzioni, circa un 20 per cento in meno rispetto agli uomini. Un divario che aumenta, fino a superare il 50 per centro, tra operaie e operai. La piena parità di genere è ancora all’orizzonte”.

Al seminario è stata letta anche una nota della ministra Marina Elvira Calderone. La ministra del Lavoro e delle politiche sociali ribadisce la necessità di puntare alla parità sul lavoro: “La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è un tema di equità sociale, da affrontare trasversalmente. Su questa convinzione è stata orientata l’attività di governo sin dall’avvio della legislatura, seguendo linee di intervento convergenti verso l’obiettivo di migliorare la condizione del lavoro femminile”. La ministra Calderone aggiunge: “È necessario rafforzare garanzie e tutele e sostenere welfare e strumenti di conciliazione, in un’azione complessiva che intervenga anche sulle scelte delle imprese, sui contratti collettivi, sulle politiche e le condizioni del mercato del lavoro per cambiare il differenziale nell’occupazione di donne e uomini”. “Per realizzare questi impegni – conclude Elvira Calderone – è fondamentale avere il supporto attivo degli uffici delle consigliere di parità e della rete dei soggetti che a livello regionale e territoriale sono attivi per la promozione della parità e per la conciliazione”.

Susanna Zucchelli, diversity manager gruppo Hera, è intervenuta raccontando l’esperienza nella sua azienda: “Nel gruppo Hera, l’azienda più grande della regione, abbiamo una lunga tradizione di diversity management, l’insieme delle politiche adottate da un’azienda per promuovere la diversità all’interno dell’ambiente di lavoro. I parametri della certificazione da noi sono stati raggiunti da tempo, tanto che il tema della parità, collegato al concetto di inclusione, consente all’azienda di migliorarsi. La certificazione, pertanto, è per noi un punto fermo. Serve una legge, anche regionale, affinché non vengano dati crediti formativi a tutte le iniziative solo maschili o solo femminili”.

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(Cristian Casali)

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