Consigliera parità Alvisi: “Obbligatoria certificazione di genere per aziende che partecipano ad appalti per Pnrr e Pnc”

23.02.2022

Consigliera parità Alvisi: “Obbligatoria certificazione di genere per aziende che partecipano ad appalti per Pnrr e Pnc”

Certificazione di genere obbligatoria per tutte le aziende, sia pubbliche sia private, che, pena l’esclusione, partecipano a gare d’appalto finanziate con fondi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale investimenti complementari (Pnc). Lo rende noto la Consigliera regionale di Parità dell’Emilia-Romagna, Sonia Alvisi, che ricorda come “l’onere per le aziende di produrre il rapporto è contenuto nelle ‘Linee Guida per favorire le pari opportunità di genere e generazionali, nonché l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità’ e nell’articolo n. 47 del decreto legge 77/2021 sulle Pari opportunità e l’inclusione lavorativa nei contratti pubblici, nel Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e nel Piano nazionale investimenti complementari (Pnc). Obbligo esteso anche alle aziende che occupano dai 51 ai 100 dipendenti”.

“In attesa- spiega la consigliera di Parità- che il Ministero del Lavoro, con un decreto, ci dica come compilare il Rapporto 2020/2021, dal giorno 11 febbraio 2022, dalla pagina ufficiale del Ministero (https://servizi.lavoro.gov.it) gli enti e le imprese interessate potranno scaricare l’applicativo, facendo riferimento alla situazione del personale al 31 dicembre 2019. Il Rapporto- aggiunge- va inviato, secondo le modalità indicate nel sito ministeriale, alle rappresentanze sindacali aziendali”.

Il passaggio successivo prevede che la Consigliera o il Consigliere regionale di parità acceda, attraverso un identificativo univoco, ai rapporti trasmessi dalle aziende con sede legale nel territorio di competenza, elaborando i dati. I relativi risultati sono poi trasmessi alle sedi territoriali dell’Ispettorato nazionale del lavoro, alla Consigliera/al Consigliere nazionale di parità, al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Istituto nazionale di statistica e al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

“Il Rapporto in parola- evidenzia Sonia Alvisi- dovrà indicare il numero delle lavoratrici in gravidanza e, per ciascun sesso, quanti sono i lavoratori occupati, quanti quelli eventualmente assunti nel corso dell’anno, le differenze fra le retribuzioni iniziali dei lavoratori, l’inquadramento contrattuale e la funzione svolta, anche con riferimento alla distribuzione dei contratti a tempo pieno e a tempo parziale. Dovrà essere specificato, inoltre, l’importo della retribuzione complessiva corrisposta, delle componenti accessorie del salario, delle indennità, anche collegate al risultato, dei bonus e di ogni altro beneficio o qualsiasi altra erogazione che siano stati eventualmente riconosciuti al singolo lavoratore. E’ obbligatorio inserire nel Rapporto le informazioni e i dati sui processi di selezione in fase di assunzione, sui processi di reclutamento, sulle procedure utilizzate per l’accesso alla qualificazione professionale e alla formazione manageriale, sugli strumenti e sulle misure resi disponibili per promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sulla presenza di politiche aziendali a garanzia di un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso e sui criteri adottati per le progressioni di carriera”.

La Consigliera Regionale di Parità Alvisi sta predisponendo una circolare da inviare alle aziende dell’Emilia-Romagna, rinviando, per approfondimenti, alla competente pagina del sito del Ministero del Lavoro (https://www.lavoro.gov.it/priorita/pagine/rapporto-biennale-sulla-situazione-del-personale-maschile-e-femminile-per-le-imprese-che-occupano-oltre-50-dipendenti.aspx/)

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