Ripensare i processi partecipativi per un welfare di comunità

19.11.2012

Ripensare i processi partecipativi per un welfare di comunità

Il COMMUNITY LAB come contesto per leggere e progettare risposte ai mutamenti sociali in atto

L'attuale contesto socio-culturale presenta sempre più complesse problematiche: nuove e vecchie povertà che arrivano a interessare anche fasce di popolazione tradizionalmente indenni come i ceti medi (i così detti “vulnerabili”) e la conseguente vergogna a chiedere aiuto; stili di vita che vanno oltre le possibilità reali dei soggetti stando però all’interno di società iper-prestative; l'emergere di una nuova area di disagi rispetto alle quali i servizi hanno poche diagnosi e norme a disposizione; la diminuzione della coesione sociale che si traduce sempre più spesso nella scomparsa di luoghi per rielaborare collettivamente i disagi.

Si tratta di una situazione non priva di rischi. Da più parti si sta oramai facendo strada la consapevolezza che, se nei prossimi anni i servizi socio-sanitari non si attrezzeranno a intervenire in maniera adeguata su un’area che comincia già ora ad interessare la maggioranza dei cittadini, in un futuro non lontano potemmo ritrovarci ad avere a che fare con una massa ingestibile di emarginati.

Nel contesto regionale è ormai diffusa la consapevolezza che sia necessario sostenere e far fronte a queste sfide tramite il lavoro di comunità che va avanti già da qualche anno.

In sostanza si tratta di ripensare i percorsi partecipativi alla luce della "rivoluzione dei vulnerabili", per mettere in circolo nuove risorse e far fronte alle nuove problematiche.

Per farlo occorre però una strategia intenzionale e vigile, un ascolto attento e una delicata assunzione e rielaborazione delle molte ambivalenze, delle tentazioni verso la delega, l’accentramento o la protesta generica che attraversano abitualmente cittadini, operatori e amministratori coinvolti.

La metodologia usata (il “come” si fanno le cose) diventa così la frontiera cruciale della democrazia. Aprire dei percorsi “strutturati” e “guidati” di empowerment di comunità significa ripercorrere i passaggi che sono necessari per rifondare legami di fiducia, di condivisione, di assunzione di una ottica che va oltre all’interesse individuale, della possibilità di ricreare quello “spazio pubblico” troppo a lungo lasciato vuoto.

Di fronte a queste sfide l’Agenzia sanitaria e sociale regionale, il Servizio Assistenza distrettuale, medicina generale, pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari e il Servizio coordinamento politiche sociali e socio-educative, programmazione e sviluppo del sistema dei servizi della Direzione sanità e politiche sociali, hanno promosso il percorso di formazione-intervento COMMUNITY LAB.

L'obiettivo: contribuire al percorso regionale sulla programmazione partecipata in una prospettiva di empowerment di comunità e quindi di percorsi decisionali a forte impronta partecipativa.


Maria Augusta Nicoli

Agenzia sanitaria e sociale regionale

 


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