La fortezza di Theresienstadt

Un capolavoro di ingegneria militare
Terezín, 2006. La piccola fortezzaLe due espressioni Terezín e Theresienstadt designano la medesima località, distante circa sessanta chilometri da Praga, rispettivamente in lingua ceca e in lingua tedesca. Fino al 1918, infatti, la Boemia fu sotto dominazione austriaca.

Nel Settecento, l’impero d’Austria e il regno di Prussia furono a lungo acerrimi nemici, per il controllo della Slesia, una regione ricchissima di carbone. A seguito di questa tensione, tra il 1780 e il 1784, l’imperatore austriaco Giuseppe II (1780-1790) fece costruire un imponente complesso di fortificazioni, in una posizione strategica ottimale: al confine tra la Boemia austriaca e la Sassonia prussiana, alla confluenza tra i fiumi Eger (Ohre) ed Elba (Labe).

La grandiosa fortezza venne poi chiamata Terezín/Theresienstadt in onore dell'imperatrice Maria Teresa (1740-1780), madre di Giuseppe II, da poco deceduta. La cinta muraria dell’intero sistema difensivo era lunga circa 15 chilometri; un elaborato sistema di chiuse permetteva in 24 ore l’allagamento completo di tutta l’area, in caso di sfondamento nemico. Perno centrale dell’intero apparato era la cosiddetta Piccola fortezza, una cittadella a forma di stella, dalle mura a  prova di artiglieria; la Piccola fortezza, o un qualsiasi singolo settore di essa, non poteva mai essere isolata, in quanto un articolato e complesso sistema di passaggi sotterranei garantiva l’afflusso di uomini e di rifornimenti, oppure eccellenti vie di fuga, in caso di assedio.

Ferrovie, fortezze, carri armati

L’imponente fortezza di Theresienstadt non sostenne mai alcuna battaglia. Alla fine degli anni Ottanta del XVIII secolo, invece di combattersi a vicenda, il regno di Prussia e l’impero d’Austria preferirono allearsi, a scapito del debole regno di Polonia (che a più riprese fu diviso tra Austria, Russia e Prussia, fino a perdere completamente la propria indipendenza nel 1795). Fu in queste circostanze che l’Austria si impossessò della regione denominata Galizia, del territorio di Cracovia e di Lublino, mentre la Russia occupò Minsk, Vilnius, Riga e (nel 1815) Varsavia.

Nel 1789 esplose la rivoluzione francese; dal 1792 fino alla battaglia di Waterloo (1815), Austria e Prussia combatterono insieme, dapprima contro la Francia rivoluzionaria e repubblicana, poi contro Napoleone. Solo nel 1866 si verificò un nuovo scontro tra austriaci e prussiani; l’impero asburgico, però, fu sconfitto nella grande battaglia di Sadowa, mentre la fortezza di Theresienstadt, ormai obsoleta, non giocò alcun ruolo nella dinamica della guerra. Sul campo di Sadowa, per mezzo della ferrovia, i prussiani riuscirono a portare mezzo milione di soldati. Lo slogan del generale prussiano von Moltke (<<Non costruiamo più fortezze, costruiamo ferrovie!>>), coniato intorno al 1870, è emblematico della nuova situazione.

I soldati prussiani erano dotati di fucili di nuovo modello, a canna rigata e a retrocarica, capaci di sparare a 900 metri di distanza, contro i 100-150 metri utili dei moschetti del Settecento o dell’età napoleonica. Data la formidabile potenza di tiro delle armi moderne, il primo conflitto mondiale fu una terribile e interminabile guerra di posizione, in cui la capacità difensiva di un esercito era infinitamente superiore a quella offensiva di qualsiasi attaccante. L’esperienza di Verdun e della Somme ispirò gli ingegneri della francese Linea Maginot, che tuttavia fu aggirata dai carri armati, cosicché l’intera Francia (nella primavera del 1940) fu travolta dalla Blitzkrieg tedesca. Come la fortezza di Theresienstadt, anche la Linea Maginot si rivelò un capolavoro di ingegneria militare, geniale e dispendioso, ma assolutamente inutile, perché superato in breve tempo dal progresso della tecnologia delle armi, dalle nuove strategie e dallo sviluppo della scienza militare.

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