Figure femminili olandesi

Anne Frank
Auschwitz, 2006. La nuova rampa ferroviaria, completata nel maggio 1944, in vista dell’arrivo degli ebrei ungheresi.La vicenda della deportazione dall’Olanda si segnala per la presenza di alcune figure femminili di eccezionale importanza, per notorietà o per l’originalità del loro pensiero. Il personaggio più celebre è sicuramente Annaliese Marie Frank, meglio nota con il diminutivo Anne (o, in Italia, Anna). Nacque a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929; era dunque un’ebrea tedesca, il cui padre Otto Frank decise di fuggire dalla Germania subito dopo l’avvento dei nazisti al potere.

Ad Amsterdam, Otto Frank diresse una fabbrica di pectina, un estratto di frutta usato nella produzione di marmellate e gelatine; in alcune stanze isolate poste a ridosso del suo ufficio, Frank costruì un nascondiglio, noto come l’alloggio segreto o la casa sul retro.

Il 6 luglio 1942, dopo che la sorella di Anne – Margot – aveva ricevuto un avviso di convocazione per il trasferimento ad Est, la famiglia Frank si nascose; più tardi, si unirono a loro tre amici (Hermann, August e Peter van Pels) ed un altro conoscente (Fritz Pfeffer). Furono tutti arrestati il 4 agosto 1944, a seguito di una spiata compiuta da un collaborazionista.

Dopo un soggiorno a Westerbork, la famiglia Frank partì per Auschwitz il 3 settembre 1944; il convoglio arrivò a Birkenau il 5 settembre. Dei 1019 ebrei olandesi deportati, 549 furono subito portate alle camere a gas. Anne e Margot furono poi mandate a Bergen-Belsen, ove morirono di stenti e di tifo nel maggio 1945. La loro madre, Edith Frank Holländer morì ad Auschwitz, mentre Otto Frank riuscì a sopravvivere. Al suo ritorno ad Amsterdam, venne a sapere che Anne aveva steso un diario e ne curò la pubblicazione. La prima edizione uscì nel giugno 1947.
Etty Hillesum

Molto diversa la figura di Etty Hillesum, un’intellettuale olandese nata il 15 gennaio 1914. Il diario di Etty ed alcune delle lettere scritte negli anni 1941-1943 furono pubblicate in Olanda solo nel 1981. Forse, una delle cause di questo ritardo nella diffusione della sua testimonianza risiede nella impossibilità di inquadrare il pensiero della Hillesum in schemi rigidi; Etty, infatti, attinge a piene mani da varie tradizioni religiose, e il contributo specificamente ebraico è spesso irrilevante nella sua riflessione, che tuttavia è rigorosissima sotto il profilo etico e molto originale, dal punto di vista spirituale. Il rapporto di Etty con Dio è spontaneo, diretto, mai mediato da una Chiesa o da un’altra istituzione umana; da Lui, Etty non si aspetta miracoli o interventi salvifici portentosi: la responsabilità di combattere il male è tutta nelle mani dell’uomo. Per questo, al centro del suo pensiero troviamo la distinzione fra odio e indignazione; la differenza radicale fra i due sentimenti consiste nel fatto che il primo finisce per essere indistinto e indifferenziato, coinvolge tutti gli avversari o i presunti nemici, e quindi genera nuova violenza. Lo sdegno morale, al contrario, mentre da un lato è ugualmente intransigente nei confronti della violazione dei diritti umani, dall’altro permette di distinguere l’innocente dal colpevole; solo così sarà possibile costruire su nuove basi, senza volontà di rivalsa e di vendetta, una nuova convivenza umana con i tedeschi che non sono stati nazisti o complici di essi.

Il 7 settembre 1943, Etty Hillesum e tutta la sua famiglia partirono per Auschwitz. Il convoglio conteneva 987 ebrei, 695 dei quali furono condotti subito alle camere a gas. Etty morì il 30 novembre 1943.

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