Cronologia: Villa Emma

1940

  • 1° gennaio - Don Beccari è nominato rettore della parrocchia di Rubbiara, frazione di Nonantola.
  • Ottobre - Da ora fino al gennaio 1941 Recha Freier, direttrice del Jüdische Jugendhilfe, fa arrivare clandestinamente a Zagabria dalla Germania più di cento ragazzi ebrei, con lo scopo di farmi entrare in Palestina.

1941

  • Aprile - L'invasione blocca a Zagabria una cinquantina di ragazzi che vengono affidati a Josef Indig, collaboratore di Recha Freier.
  • Maggio - giugno - Indig progetta di portare i ragazzi a lui affidati nella Slovenia italiana. Con l'aiuto di Eugenio Bolaffio, rappresentante della  Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei (Delasem), per le province di Lubiana e Gorizia, sceglie come rifugio il castello di Lesno Brdo.
  • 4 luglio - Partenza da Zagabria di quarantacinque ragazzi coi loro accompagnatori per Lesno Brdo. (Unica autorizzazione all'ingresso di ebrei in Italia rilasciata durante la guerra di cui si abbia notizia).

1942

  • Maggio-giugno - La permanenza dei ragazzi a Lesno Brdo si va facendo pericolosa a causa degli scontri tra esercito italiano e Resistenza slovena. Si individua Villa Emma come possibile nuovo rifugio.
  • 17 luglio - Arrivano a Nonantola quaranta ragazzi e nove accompagnatori adulti. Per le condizioni di inagibilità della Villa, frequentano le locande e i negozi del paese e stringono contatti con la popolazione locale, in particolare col dottor Giuseppe Moreali.
  • Novembre - Trasferimento del magazzino della Delasem da Genova a Villa Emma a causa dei bombardamenti sul capoluogo ligure.

1943

  • Febbraio - Arrivo a Nonantola di Goffredo Pacifici, funzionario della Delasem, vice-direttore della sezione per l'assistenza ai profughi.
  • 10-14 aprile - Viaggio da Spalato a Villa Emma, via Trieste, di trentatre ragazzi serbo-croati, con un accompagnatore.
  • Giugno - Uno dei ragazzi provenienti da Spalato, il sedicenne Salomon Papo, affetto da tubercolosi, è ricoverato nel sanatorio di Gaiato sull'Appennino modenese.
  • Agosto - Inizio delle richieste di nuove carte d'identità per gli ospiti di Villa Emma al Municipio di Nonantola. Verranno rilasciate senza la dicitura “ Appartenente alla razza ebraica”.
  • 9 settembre - Dopo l’armistizio e l’avverarsi del rischio di deportazione, tutti gli ebrei di Villa Emma sono al sicuro presso rifugi fidati. Don Beccari, il suo cappellano don Ennio Tardini e il dottor Moreali, in collegamento con una rete più ampia, si prodigano per aiutare prigionieri di guerra Alleati, fuggiti dai campi di prigionia di Modena e Fossoli e soldati dell'esercito italiano sbandati che cercano di sottrarsi alla cattura dei nazisti. Molte famiglie nonantolane partecipano a quest'opera di solidarietà.
  • 28 settembre - 16 ottobre - Partenza degli ebrei da Nonantola, divisi in cinque gruppi. Nello stesso arco di tempo e fino al settembre 1944 la rete di don Beccari e del dottor Moreali favorisce l'espatrio di numerosi altri ebrei in Svizzera e assiste e protegge perseguitati del regime.
  • 7 dicembre - Goffredo Pacifici, che ha scelto di non rimanere in Svizzera con i ragazzi,  è arrestato a Ponte Tresa (VA) assieme al fratello Aldo, con il quale aiutava i profughi ad attraversare la frontiera. Dopo percorsi diversi d'incarceramento, giungeranno entrambi al Campo di Fossoli, dove rimarranno fino alla chiusura, in quanto “misti”, cioè ebrei coniugati con ariane.

1944

  • 13 marzo - Salomon Papo è arrestato a Gaiato e internato nel Campo di Fossoli; da qui il 5 aprile è deportato ad Auschwitz- Birkenau da dove non farà ritorno.
  • 1° agosto - Goffredo Pacifici è deportato dal Campo di Fossoli ad Auschwitz-Birkenau, via Verona. Non farà ritorno.
  • 16 settembre - Arresto di don Arrigo Beccari e don Ennio Tardini, sospettati di attività sovversive.

1945

  • 21 aprile - Liberazione di Nonantola. Il giorno successivo verrà liberata Modena.
  • 23 aprile - Liberazione di Don Arrigo Beccari.
  • Estate - Marco Schoky, approvvigionatore del gruppo, torna a Nonantola a fine giugno, fonda a Villa Emma un'achsciarà per il recupero e la riabilitazione alla vita di reduci dai campi in vista del trasferimento in Israele. È con lui Boris Jochvedson, che nel 1946 comporrà una messa a due voci in onore di don Beccari.

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