3.9 Nei luoghi di culto

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Approfondimento

In Emilia-Romagna il sostantivo mosaico evoca, per associazione d’idee, la città di Ravenna, che potremmo definire la capitale del mosaico per gli straordinari documenti di età tardoantica e bizantina che ritroviamo nelle sue basiliche e che sono restituiti dagli scavi archeologici condotti nell’area urbana.

Per quanto riguarda l’età antica, pavimentazioni e decorazioni a mosaico sono presenti ovunque sul territorio regionale con esempi di straordinaria bellezza che testimoniano non solo la ricchezza ma anche il buon gusto dei proprietari di villae e di domus disseminate nelle città, come pure sulle colline e sulle prime propaggini degli Appennini.

La tecnica di lavorazione del mosaico fu inizialmente sperimentata in Asia Minore e in Egitto molti secoli prima di Cristo, ma ben presto si diffuse per il Mediterraneo connotando di luce e di colore abitazioni private e luoghi di culto.

Il mosaico, tuttavia, non appartiene soltanto alla dimensione del mondo antico e dell’archeologia.

In Emilia-Romagna una eccellente tradizione di artigianato specializzato e una conoscenza profonda delle tecniche di restauro di questi materiali hanno portato a nuovi esiti grazie a una notevole capacità inventiva. La lavorazione e la realizzazione di mosaici costituiscono oggi un settore di eccellenza per le tecniche adottate e per i laboratori specializzati che si sono creati, non solo a Ravenna.

Nel 2004 l’Istituto regionale per i beni culturali ha curato un articolato progetto di ricerca sulla tradizione del mosaico in Emilia-Romagna che arriva ai nostri giorni. Ne è scaturito un libro, L’immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia Romagna, che oltre a delineare un quadro storico dall’età antica alla ritrovata vitalità di questo ambito tra XX e XXI secolo, traccia una preziosa mappa delle scuole, dei centri di formazione, dei restauratori che operano nel settore e offre un’utile bibliografia.