3.8 Nei luoghi di cura

foto 3.8_a
Elio Morri, La prevenzione degli infortuni sul lavoro, 1967, bronzo (cm 280x200x60), Ospedale “Morgagni-Pierantoni”, Forlì (fotografia di Giorgio Liverani, Azienda USL Forlì).
foto 3.8_b
Un particolare della Biblioteca centrale “Re Umberto I”, Istituti ortopedici Rizzoli, Bologna (fotografia di Andrea Samaritani - Assessorato alla sanità della Regione Emilia-Romagna).
Approfondimento

A sinistra, una scultura contemporanea nel parco dell’Ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì: si tratta di un bronzo realizzato nel 1967 dall’artista riminese Elio Morri (1913-1992) con il titolo La prevenzione degli infortuni sul lavoro (centimetri 280x200x60). L’opera fa parte di un articolato percorso storico-artistico inserito all’interno dell’area ospedaliera con due obiettivi strettamente legati tra loro: valorizzare il vasto patrimonio culturale dell’Azienda sanitaria di Forlì e mettere a disposizione di tutti coloro che attraversano questo luogo di cura un’opportunità di avvicinarsi alla bellezza dell’arte.

A destra, uno scorcio della Biblioteca centrale “Re Umberto I” degli Istituti ortopedici Rizzoli, a Bologna. La biblioteca sorge nelle aule cinquecentesche dell’antico complesso di San Michele in Bosco, trasformato in ospedale alla fine del XIX secolo, e conserva una delle più complete e rare collezioni librarie esistenti al mondo in campo ortopedico. Vi spiccano in particolare alcune preziose opere che fanno parte della donazione del professor Vittorio Putti: il Fasciculus Ketham (primo libro di medicina con illustrazioni pubblicato in Italia nel 1493); la prima edizione del 1543 del De Humani Corporis Fabrica di Vesalio; il primo libro di ortopedia scritto da Nicholas Andry e pubblicato a Parigi nel 1741.

Da quasi trenta anni l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna promuove interventi di studio, catalogazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, librario e documentario delle aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, e collabora a iniziative promosse dalle aziende stesse. A dare l’avvio a questo importante filone di intervento, alla fine degli anni Settanta, furono le ricerche sui patrimoni delle Opere pie, confluite nella mostra “Arte e Pietà” (1980) e in alcune pubblicazioni.

Il censimento e la catalogazione dei patrimoni delle aziende sanitarie hanno messo in luce una notevole quantità e qualità di beni culturali, molto diversi per tipologia: pregevoli architetture e arredi delle sedi storiche; dipinti e sculture, disegni e fotografie, libri e documenti; suppellettili liturgiche e arredi ecclesiastici appartenenti a chiese e oratori ospedalieri; significative testimonianze della strumentazione medico-scientifica all’interno degli ospedali. Negli archivi e nelle biblioteche biomediche si conservano inoltre fondi storici di grande pregio e consistenza. La mostra “Le Arti della Salute. Il patrimonio culturale e scientifico della sanità pubblica in Emilia-Romagna” (Bologna, Museo civico archeologico e Museo della sanità e dell’assistenza, 17 maggio - 17 luglio 2005) ha rappresentato una tappa significativa di questo percorso finalizzato alla migliore salvaguardia e fruizione di tali patrimoni.

Azioni sul documento