3.5 Per la strada

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Bologna, centro storico: un particolare dell’inferriata di Palazzo Montanari; un particolare del portone di via Montegrappa 8; il bassorilievo trecentesco di Santa Lucia al civico 40 di via Rialto (fotografie di Guglielmo Donini).

Approfondimento

Per rendersi conto della ricchezza e della varietà dei beni culturali conservati in Emilia-Romagna è sufficiente uscire in strada e guardarsi attorno. Non dobbiamo nemmeno oltrepassare la soglia di uno dei tanti palazzi storici o delle chiese che punteggiano il centro storico. Al di là del patrimonio architettonico, degli straordinari oggetti conservati nei musei, delle ricchissime biblioteche o del patrimonio naturalistico che può accompagnare lo sguardo del viandante, c’è una miriade di espressioni della cultura artigiana, evidenti nella lavorazione dei materiali che compongono il decoro urbano, nell’eleganza delle strade.

Dettagli che definiscono e che testimoniano la grande capacità artistica nelle cosiddette arti minori: quante volte ci si è fermati ad apprezzare la bellezza di una cancellata in ferro battuto, l’eleganza dei battenti di un portone, l’edicola devozionale in terracotta che, improvvisa, si scopre sotto un portico. Un piacevolissimo patrimonio comune che va salvaguardato, rispettato come quello protetto all’interno dei luoghi istituzionali.

Un problema delle nostre città è anche quello che non sempre chi vi abita ha consapevolezza del valore di ciò che lo circonda. Un esempio: se è pur vero che la creatività artistica oggi si esprime anche in modi meno tradizionali, non ha alcuna giustificazione l’abitudine sempre più frequente di imbrattare con disegni e scritte spray intonaci, facciate di edifici, portoni, monumenti. È solo un modo per alimentare il degrado, per togliere dignità alla memoria.

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